“Il potere del cuore. Ricercatori di verità”

Press Meeting

Se c’è qualcuno che può parlare di Terra Santa conoscendone tutti i particolari – spirituali, storici, geografici, politici ed ecumenici – è senza dubbio il religioso bergamasco nato a Cologno al Serio padre Pierbattista Pizzaballa, custode della Terra Santa dal 2004. È alla sua terza partecipazione al Meeting dopo le edizioni del 2007 e del 2011. Oggi alle 15.00 in Auditorium Intesa Sanpaolo D5 ha parlato su “Il potere del cuore. Ricercatori di verità“, con la partecipazione di milia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e l’introduzione di Monica Maggioni, direttore di Rainews24.
Prima di entrare nel vivo dell’incontro Guarnieri legge il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (cfr. il relativo comunicato), a testimonianza della stima che il Capo dello Stato, presente al Meeting nel 2011, nutre per la manifestazione riminese.
“Il cuore e la verità: questi argomenti aprono il Meeting di quest’anno”, esordisce Monica Maggioni. “Il cuore è potente, perché è libero”, riprende Guarnieri. “Ogni nuovo inizio è possibile solo per uomini desiderosi innanzitutto di questa libertà. Ed è questa libertà che abbiamo visto dominare nel viaggio di Papa Francesco in Terra santa, è la stessa libertà che ci ha commosso nel gesto di preghiera dei giardini Vaticani. Per questo ringrazio con grandissimo affetto padre Pizzaballa perché, avendo accettato il nostro invito a essere qui oggi, ci permette di iniziare questo Meeting radicati nella forza di un’esperienza e di una testimonianza”. Applausi scroscianti confermano le sue parole, a dimostrazione di quanto il popolo del Meeting apprezzi la persona e segua l’opera del frate francescano in Terra Santa.
“Non è semplice, in poco tempo, entrare in un tema così ampio e complesso, come quello del Medio Oriente di oggi – inizia padre Pizzaballa – a ferro e a fuoco, in radicale e drammatica trasformazione. È ancora più difficile mettere in relazione questa tragica situazione con il ‘potere del cuore’, che è il tema del nostro incontro. Cosa potrà mai fare il cuore di fronte al dramma umanitario che i media ci vanno mostrando da mesi? C’è bisogno di ben altro che qualche parola buona o di buoni sentimenti, verrebbe da pensare. Credo invece che sia un errore limitarsi a una professionale analisi politica, sociale e storica di quanto sta avvenendo, senza uno sguardo religioso, redento, che aiuti a leggere e interpretare gli eventi senza tuttavia lasciarsene travolgere”. Occorrono esperti per comprendere i cambiamenti politici, economici e sociali, ma c’è bisogno soprattutto di uno sguardo verso l’alto che liberi da paure e complessi. Padre Pizzaballa racconta che a Gerusalemme arrivano richieste e proposte da movimenti e associazioni che si propongono di salvare il Cristianesimo e la sua cultura in Medio Oriente, ma “manca lo sguardo di fede – constata – lo sguardo di chi non solo confida nelle proprie capacità operative di diverso genere, ma anche affida, consegna la propria vita ad un Altro”.
Il Medio Oriente nato dalla dissoluzione dell’impero ottomano e rimasto stabile per molti anni è finito e inizia un nuovo periodo che non si comprende ancora. Non esiste più il “luogo di convivenze”, dove ogni religione non era solo una fede, ma implicava anche modi di vita nella quotidianità e appartenenze sociali e culturali. “Ogni individuo riceve alla nascita un numero di identità accanto al quale è posta una sigla che definisce la sua fede di appartenenza. Essa diventa dunque parte integrante della sua identità civile: ciascuno è definito e considerato cristiano, ebreo o musulmano indipendentemente dal fatto che sia praticante o meno”. Esempio ne è il matrimonio che è sempre religioso.
Questa convivenza interreligiosa è stata ora interrotta dai movimenti islamici integralisti. La cosiddetta ‘pulizia religiosa’ è vergognosa, tuona il francescano. “È necessario che tutte le comunità religiose alzino la voce contro questo abominio. Il mondo islamico ha cominciato a reagire, finalmente, ma onestamente dobbiamo dire che ci è sembrato assai timido nella denuncia. È chiaro, inoltre, che questo tipo di fanatismo deve essere fermato, se necessario, anche con la forza, con tutte le garanzie necessarie. L’uso della forza, tuttavia, senza una prospettiva di ricostruzione su tutti i piani, non risolverà nulla. La forza blocca, distrugge. Se poi non si costruisce, il vuoto creato dall’uso della forza darà vita ad un estremismo ancora peggiore. Perché c’è sempre qualcuno più puro e più giusto di te… “: vale anche per il conflitto israelo-palestinese.
Il religioso racconta poi del suo recente viaggio ad Aleppo, una città ridotta a macerie nella quale manca l’acqua. Dove però sono nati anche gesti di solidarietà tra i cristiani e musulmani per far fronte all’emergenza e aiutare la popolazione con la distribuzione di pasti. Le gente poi si è sentita confortata della visita del Custode di Terra Santa: “più ancora dalla nostra presenza che da ciò che abbiamo portato”.
La relazione volge al termine: “Non sono un ‘buonista’ incantato. Non nego i problemi drammatici, i tradimenti e le crudeltà che interrogano la coscienza di tutti, interpellano in particolare il mondo islamico e ci chiedono di essere fermi e chiari nel chiedere loro una posizione altrettanto ferma e chiara contro tutto ciò. Ma credo che non basti fermarsi a questo. È necessario avere sempre chiara una prospettiva, la ricostruzione, la vita. Non basta denunciare, bisogna indicare una via, la strada. Il male che sta di fronte a noi ci interpella come cristiani e ci chiede di esserlo ancora di più e fino in fondo. È proprio in queste circostanze che siamo chiamati a vivere la nostra vocazione cristiana in maniera completa, senza fughe e senza paure. Il male non deve spaventare un cristiano”. Aggiunge: “Come non ricordare l’episodio della barca dei discepoli sballottata dalle onde, al panico dei discepoli e al rimprovero di Gesù: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”.
Infine Pizzaballa rievoca l’incontro di papa Francesco e del patriarca ortodosso Bartolomeo nella Basilica del Santo Sepolcro e il momento di preghiera in Vaticano con i due presidenti di popoli in guerra. Il primo incontro ci dice che i rapporti tra cattolici e ortodossi sono cambiati profondamente. “Le immagini della morte che abbiamo visto fino ad oggi, i bombardamenti, i missili, ma soprattutto l’odio profondo che viene alimentato da tutta questa violenza, non devono essere separate da quella dei due presidenti che pregano insieme per la pace. Ci dicono che è possibile. Ci aiutano ad alzare lo sguardo. Ci scaldano il cuore. Il Medio Oriente è anche questo. Abbiamo bisogno di tutto in Medio Oriente: aiuti finanziari, militari, politici, mediazioni, sostegno… ma soprattutto di credere ancora che è possibile volersi bene. Le testimonianze ci dicono che, nonostante tutto, grazie ai piccoli, questa forza vive ancora”.
C’è tempo per brevi risposte a domande di Marina Maggioni. Una per tutte: “Papa Francesco nella visita in Terra Santa ha agito con totale libertà ignorando il bilancino delle diplomazie, ma affermando il suo desiderio di incontrare le persone”.
(A.B., F.R.)

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