IL MEETING AL KOYASAN

Press Meeting

“Un avvenimento di amicizia”, con queste parole don Massimo Camisasca, fondatore della Fraternità sacerdotale di San Carlo Borromeo, ha concluso la giornata presso l’aula magna del Palazzo dei Dottori del Koyasan davanti a una platea di giovani studenti del Monte Koya, centro spirituale del buddismo Shingon. Quello di ieri è stato un intenso confronto sui temi dell’arte, della bellezza e dell’educazione sulla scia del dialogo iniziato a Tokyo il 26 ottobre durante il convegno all’Istituto italiano di cultura da cui ha preso le prime mosse l’iniziativa “Tradizione e globalizzazione. Cristianesimo e Buddhismo di fronte alla sfida della modernità”, nell’ambito della rassegna “Italia in Giappone” promossa dall’Ambasciata d’Italia.
“Viviamo nell’età della globalizzazione – ha continuato Camisasca – e proprio perché possiamo correre velocemente da un posto all’altro del mondo appaiono più vicine le differenze. Tuttavia, in questi giorni io ho vissuto un’esperienza importante. La mia differenza, la mia diversità, non è qualcosa che mi divide dall’altro. Anzi vorrei che ricordaste questa definizione: l’altro è la parte di me che ancora non conosco. Per questo siamo grati a don Giussani e Habukawa per la loro amicizia. L’amicizia è un piccolo seme che può diventare un grande albero. Attraverso questa amicizia ci siamo incontrati noi e si sono incontrati l’Europa con l’Asia, il Cristianesimo e il Buddhismo. Come è stato detto, Europa e Asia non si conoscono. Cristianesimo e Buddhismo non si conoscono. Sì, ci sono stati grandi uomini che hanno fatto da ponte, ma ancora troppo poca è la conoscenza, la consuetudine, l’amicizia. Per questo non esito a definire storico ciò che è accaduto anni fa e a chiedere a tutti noi di restare aperti di fronte a ciò che può accadere, guidati dai nostri maestri”.
E così, nella memoria di don Giussani all’insegna del dialogo tra Cristianesimo e Buddhismo, alla presenza di oltre 100 studenti dell’università dei monaci della Scuola Shingon, il Reverendo Matsunaga, massima autorità spirituale del buddismo Shingon, ha auspicato “l’unione delle nostre forze per raggiungere e collaborare alla felicità dei popoli”. Presente anche il Governatore della Regione di Wakayama Yoshinobu Nisaka e l’ambasciatore d’Italia in Giappone Vincenzo Petrone che ha dichiarato “don Giussani ha reso uno straordinario servizio al suo paese, l’Italia. La nostra speranza è che da quell’incontro e da quello che è successo dopo e anche in questi giorni prosegua un rapporto ancora più vasto”.

Il convegno si è aperto con un viaggio nell’arte alla ricerca della bellezza con Etsuro Sotoo, architetto giapponese della Sagrada Familia, e Shizuka Jien, direttore del Museo Reikhokan del Koyasan, il museo più importante del regione, dedicato al Buddhismo Shingon, che conserva alcuni capolavori della pittura e scultura giapponese.
Nel pomeriggio, a tema l’educazione con don Ambrogio Pisoni che ha sottolineato, riferendosi agli amici del Koyasan, come “la nostra religiosità sia diventata più matura attraverso l’incontro con voi, scoprendo di nuovo e più profondamente il metodo di Giussani identificato con la parola ecumenismo”. Shodo Habukawa ha poi raccontato come don Giussani abbia insegnato non solo attraverso la parola “ma anche attraverso l’esperienza, la sua vita”. Insieme a loro il Reverendo Chiun Takahashi che ha spiegato come i monaci stiano affrontando il calo di religiosità del popolo giapponese e come di fronte a questo l’unica soluzione sia “il cambiamento di noi stessi perché in questo modo siamo in grado di cambiare anche quello che ci sta intorno”.
Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, ha raccontato la sua esperienza di docente di Lettere nella scuola media secondaria.
«Nella nostra cultura occidentale – ha detto – spesso si afferma che i giovani oggi sono demotivati, insicuri, scettici e già delusi da una vita di cui hanno appena cominciato ad intravvedere l’orizzonte. L’analisi è realistica, ma forse bisogna anche domandarsi se noi adulti siamo per loro dei reali maestri, se abbiamo il coraggio di porci di fronte a loro con una proposta autorevole e affascinante, se abbiamo comunicato loro un senso della vita. Dice uno degli aforismi di Oscar Wilde “l’istruzione è una cosa ammirevole, ma nulla di ciò che è degno di essere saputo può venire dall’istruzione, ma solo incontrato”».
Infine, il poeta Franco Marcoaldi ha sottolineato due punti importanti emersi in questi giorni, che sono: “l’idea di bellezza, come spina dorsale di una comunità, di una tradizione, e poi la valorizzazione dell’idea di differenza”.
Il viaggio in Oriente non finisce qui per il Meeting che oggi incontrerà per la prima volta i monaci della scuola Zen Soto, appuntamento anch’esso storico, favorito proprio dai monaci della scuola Shingon. Un altro passo verso la conoscenza reciproca, un’altra occasione per scoprire come l’incontro con l’altro sia necessario per scoprire la parte che manca di noi.

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