IL LIMITE E L’INFINITO IL MONDO ANTICO DI FRONTE AL MISTERO

Press Meeting

“L’idea dell’infinito per l’uomo in tutte le epoche è una sfida all’intelligenza”, ha posto in evidenza nella sua introduzione il 21 agosto alle 11.15 allo spazio dell’Eni Caffè Letterario, Moreno Morani, docente di Glottologia all’Università di Genova. “Quando ho scritto questa nota, non sapevamo che sarebbe giunto un messaggio di Benedetto XVI al Meeting che avrebbe ricordato che è nel suo anelito all’infinito che l’uomo è una creatura di Dio, mentre nella nostra società si preferisce pensare all’uomo come artefice del proprio destino. È il ‘faber fortunae suae’ degli antichi, L’idea del’infinito di fronte all’intelligenza porta con sé anche la sconfitta perenne della ragione. I nostri sensi e i nostri pensieri sono quelli di una creatura limita. Dobbiamo fare un salto. Siamo ‘ombre di sogno’ per usare un’espressione cara agli antichi, ‘ove per poco il cor non si spaura’, alla maniera di Leopardi. È il tentativo che l’uomo fa di rispondere alle domande che sorgono nel suo cuore sull’infinito. Ma il concetto perse la sua astrazione solo nel momento in cui decise di entrare nella storia e di farsi riconoscere”.
È quindi seguito, accompagnato dalle note di presentazione di Giulia Regoliosi, preside del Liceo Classico Alexis Carrel di Milano, il reading di letture, come sorta di ideale percorso letterario attraverso le risposte che hanno dato su questo tema i protagonisti del pensiero e della letteratura del mondo antico: da Omero a Solone, da Orazio a Cicerone, fino a Lucrezio e Seneca. Ma al di là dei secoli l’uomo e le domande che sorgono sono sempre gli stessi. Il cuore e lo sguardo dell’uomo sono abbastanza invariati. “Il percorso che presentiamo offre alcune riflessioni di un gruppo di amici che da trent’anni si confronta su questi temi, producendo anche pagine elettroniche e cartacee, con l’apporto di due giovani studenti, Federico Martinoli e Francesca Sacchi, del Liceo Classico Alexis Carrel di Milano, protagonisti delle letture” .
“Per il cristiano, ha infine ricordato Morani, la percezione della vicinanza della fine è piena di fervore e di ascesi. Per don Giussani l’istante è la coscienza della fine, cioè è il fine. Il frutto della vita è Cristo perché tutto quello che si sta vivendo è Cristo. Dio è dentro alla realtà perché è nella realtà che si rivela”.

(M.T.)
Rimini, 21 agosto 2012

Scarica