Economia: dono e sostenibilità: incontro con Zamagni, Realacci, Soglio

Redazione Web

Nell’incontro dal titolo: “Economia: dono e sostenibilità” in Arena Sussidiarietà & Lavoro B1 sono intervenuti tre amici del Meeting: Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna e presidente Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola; Elisabetta Soglio, direttrice di “Buone Notizie”, inserto settimanale del Corriere della Sera. L’incontro è stato coordinato da Samuele Rosa, senior economist al Fondo Monetario Internazionale.

Per Zamagni sono andati in crisi i due pilastri storici su cui si regge da sempre l’economia: lo scambio di equivalenti regolato dal mercato, il cui scopo è quello di produrre ricchezza; un sistema di leggi e regole stabilite dallo Stato. «Se ne sono accorte duecento multinazionali che hanno sottoscritto il protocollo per il quale l’unico fine non è solo il profitto per gli azionisti, ma anche la cura dei collaboratori che contribuiscono a creare valore. Occorre chiarire l’equivoco del significato fra dono e donazione, sono due cose diverse che l’enciclica di papa Francesco “Laudato Sì” spiega bene. La donazione è di un oggetto ed è quindi prerogativa dei ricchi, mentre il dono è relazione intra-soggettiva per cui è gratuito e può essere fatto da tutti, nessuno infatti può negare un sorriso o una stretta di mano…  Abbiamo segnali molto insistenti che stiamo andando nella direzione di una stagione nuova», ha concluso. «Occorre però comprendere la differenza tra beni della giustizia garantiti dallo Stato e beni gratuiti: il dono è appunto un gesto, una cortesia che faccio ad un amico, ad un fratello, come san Francesco faceva nei confronti dei poveri dopo la conversione».

Una  domanda a Realacci:  nell’ambiente che posto ha il dono? Possiamo considerarlo una responsabilità per chi verrà dopo di noi? «La battaglia di Greta per l’ambiente è molto importante», ha detto, «ma l’economia o considera l’ambiente un valore, a misura d’uomo, o è una partita persa. I duecento manager hanno sottoscritto il protocollo perché si sono resi conto che l’economia va in quella direzione. Le PMI che investono sull’ambiente vanno meglio in quanto hanno rapporti con il territorio e con la comunità locale. Einaudi diceva che “chi cerca di risolvere i problemi dell’economia con calcoli economici sbaglia, la crisi economica non si risolve con i numeri, ma con le relazioni, con i rapporti umani. L’Italia è messa meglio da questo punto di vista perché è più solidale. Per spiegarmi», ha proseguito, «cito l’esempio dei bambini bielorussi di Chernobyl, accolti per anni nel nostro paese per permette di trascorre un periodo in un ambiente non contaminato».

Per la giornalista Elisabetta Soglio il terzo settore è l’ambito della gratuità che produce comunque ricchezza per il paese. «I lavoratori direttamente coinvolti sono un milione, la forza economica espressa con un valore di 70 miliardi di euro. È un valore da difendere prima di tutto dalla politica, con la legge di riforma sono stati conseguiti dei risultati che ogni volta vengono messi in discussione. La politica», ha aggiunto, «a volte sostiene, a volte ostacola. Anche le imprese del terzo settore devono essere meno autoreferenziali, comunicare di più e affrontare le sfide con determinazione».

 

(G.G.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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