Dialogo, co-progettazione, relazioni

Redazione Web

Dialogo, co-progettazione, relazioni
Lavoro e inclusione, cioè dare i mezzi a tutti per raggiungere gli obiettivi di tutti

Rimini, 24 agosto 2022 – Lavoro e inclusione, cioè dare i mezzi a tutti per raggiungere gli obiettivi di tutti. Che paese siamo e che Paese vogliamo diventare lo racconta il Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà: il cinque per mille è il barometro del terzo settore, perché agli Italiani il non profit piace. E fanno bene, se guardiamo ai dati del Rapporto: dove l’impegno per la collettività cresce, il rischio povertà diminuisce, migliora la qualità della vita e il benes-sere della persona. Ma soprattutto migliorano le relazioni sociali e nel lavoro e questa è una indicazione anche per la politica. Su questo è stata chiamata Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia, nel talk del XLIII Meeting per l’amicizia tra i popoli dal titolo “Lavo-rare tutti, lavorare meglio”, per la serie “Il cambiamento possibile”, condotto da Enrico Castelli e Irene Elisei, a cura di Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Centromarca, sponsor tecnico Bayer.
Come può la politica favorire l’occupazione? «Innanzitutto riconoscendo il valore strategico e innovativo del principio della sussidiarietà, che è stato introdotto nella nostra Costituzione come elemento di incentivazione e di sviluppo, di espressione e di creatività e di umanità», ha esordito la ministra.
Ma in che modo? Per la Bonetti, «richiamando sull’elemento strategico dell’“essere comunità”, nella quale ciascuna persona può mettere in azione il proprio io, incontrare nella diversità dell’altro, nella costruzione dei legami sociali, un pieno compimento dei propri sogni e della propria personalità. Concorrere al progresso materiale e spirituale della società è elemento strategico e coincide col riconoscimento della persona che parte dalla dignità personale e che arriva a quei processi comunitari e sociali che sono leva di investimento per il raggiungimento del benessere».
Lavorare sulle infrastrutture delle relazioni personali e comunitarie, costruire alleanze strate-giche che permettono di liberare interventi del mondo della sussidiarietà: «Ci troviamo in una situazione che non garantisce un diritto all’educazione per tutte le bambine e i bambini. Ab-biamo delle regioni, soprattutto nel sud Italia, in cui abbiamo dieci bambini su cento che pos-sono andare per esempio all’asilo nido. La scuola, il mondo del terzo settore e gli enti locali possono costruire alleanze strategiche per offrire percorsi educativi sia di carattere formale che di carattere informale, come per esempio i centri estivi. Ecco, oggi il nostro Paese, nel Piano nazionale infanzia e adolescenza, ha detto chiaramente che questa è una sfida educativa importante e la può vincere solo se mette in campo libero tutte queste potenzialità integrate», ha detto la ministra Bonetti.
Dunque, un riconoscimento strategico del Terzo settore nel ruolo di co-progettazione e nella attuazione corresponsabile di una azione che a livello di prossimità comunitaria si può e deve attuare.

Anche per Carola Carazzone, segretario generale Assifero, vicepresidente di Philea – Philan-thropy Europe Association, «sono necessari un dialogo e una co-programmazione da radicare in una “prassi” della Pubblica Amministrazione nel suo rapporto con i cittadini e le organizza-zioni del terzo settore, superando diffidenze soprattutto in merito ad affidamenti e appalti». Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, ha ricordato come «dal giugno 2020, la fon-dazione Cariplo ha completamente rivisto la propria programmazione, perché ha capito che in quella fase non c’era verso il terzo settore l’attenzione necessaria e la comprensione di quanto a rischio di chiusura fossero le relative organizzazioni».
Fortemente impegnato sul welfare anche Orogel, nelle parole di Bruno Piraccini, presidente: «Soddisfare le esigenze di chi opera al tuo fianco», ha detto, «è una forma di impegno per assicurare serenità sul mondo del lavoro per poter lavorare meglio. Questo significa favorire la coesione e l’inclusione».
(G.D.G)

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