DEMOCRATIZZARE LA DEMOCRAZIA

Press Meeting

“Occorre lavorare per una democrazia delle identità. La via per democratizzare la democrazia è la sussidiarietà, cioè uno stato che incentiva il manifestarsi e il crescere delle identità”. Questa l’appassionata convinzione del sen. Buttiglione che ha suggellato un incontro dove autorevoli voci (oltre a lui, il sociologo Francesco Alberoni, Leonardo Morlino, insigne esperto di politica comparata, e Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la sussidiarietà) hanno dato vita ad una approfondita disamina dei mali e delle evoluzioni dei sistemi democratici attuali, compreso quello italiano.
Antonini ha introdotto il dibattito con le parole di don Giussani che invitava a fondare la democrazia sull’amore al destino dell’altro uomo, con il pluralismo come direttiva ideale, ed ha notato come a quindici anni dal referendum contro il sistema proporzionale non si possa dire che in Italia la democrazia sia aumentata.
Morlino ha introdotto il concetto di qualità della democrazia, questione insieme di procedure, di contenuto e di risultati, soffermandosi in particolare sul concetto di accountability o responsabilità elettorale, per cui al cittadino che vota sia effettivamente consentita la possibilità di formarsi un giudizio sul candidato, declinato anche nel versante inter-istituzionale col meccanismo dei controlli.
Alberoni, da “sociologo umorale” quale si è definito, ha passato in incisiva rassegna molti elementi di disagio che valgono una vera e propria perdita di potere del cittadino italiano. Tra questi, l’impossibilità di scegliere i candidati, l’insufficienza della pubblica amministrazione, la mancata separazione tra pubblico e pivato, la “tendenza al saccheggio”, la mancanza di continuità gestionale, l’esasperarsi del diritto di veto. “Non è facile – ha detto – la combinazione di libertà e di rigore”, ma “la democrazia chiede libertà, come l’amore, come la famiglia”.
Buttiglione è partito da lontano: Polibio aveva già scoperto che la democrazia da sola non basta, perché è necessario integrarla col “principio di autorità”, e l’assenza di questo principio ha fatto durare ben poco la democrazia greca. “La verità – ha affermato – è più grande della democrazia” che tuttavia va privilegiata come utile strumento nella convivenza umana, e “vi sono dei diritti umani che non possono essere violati nemmeno dalla maggioranza”.
Alberoni ha indicato nello spostamento dell’asse del mondo verso l’Est di Asia, India e Cina, un ulteriore fattore del “sentimento di impotenza” in cui versa l’Europa, che provoca “un bisogno di assicurazione, di identità, di leadership” mentre “la classe politica non è all’altezza del dramma che stiamo vivendo”.
Infine Buttiglione, provocato da Antonini, si è espresso a favore del ripristino delle preferenze elettorali (per ogni eletto un partito corre il rischio di avere “un ingrato e molti scontenti”) e dello sbarramento al 5%, che ridurrebbe i partiti a quelli che esprimono vere realtà popolari. Si è espresso inoltre contro il bipolarismo della “società liquida”, e contro l’imposizione per legge della stabilità (“c’è bisogno della marcia indietro per uscire dai vicoli ciechi”).

A.Cag.
Rimini, 22 agosto 2007