Dante: il viaggio dell’io, la nostra avventura

Redazione Web

Rimini, 21 agosto 2021 – «Perché parliamo di Dante oggi a Rimini nel XLII Meeting intitolato “Il coraggio di dire io?”», si chiede in apertura Marco Aluigi, vicedirettore & congress manager Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. «E perché Dante per i passi del suo cammino ha sempre bisogno di un compagno, di una guida? Anche al lettore chiede di condividere la sua esperienza. In questo tempo di pandemia è cambiata la nostra vita: ci sentiamo persi nella nostra “selva oscura”. Vogliamo perciò intraprendere come Dante un viaggio personale e comunitario, cercare con l’aiuto degli ospiti esperti come la sua esperienza universale si rende esperienza condivisa in tanti mondi e culture diverse».

Per Filippo Gianferrari, assistant professor of Literature University of California, Santa Cruz,  già nei versi d’apertura del primo Canto dell’Inferno Dante mostra la capacità di sconcertare il lettore: il suo cammino, la “nostra” vita, andando al cuore della nostra esperienza personale. Un percorso di crescita, di dolore e conversione, che ha deciso di condividere con tutti. I relatori ospiti hanno cambiato la loro esperienza di lettori ed educatori attraverso Dante, addentrandosi in questo mondo umano che è la Commedia. Come è diventato per loro momento di incontro e di riscoperta dell’Io?

La prima domanda che si pone Emilia Guarnieri, insegnante, già presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, è «in quale momento Dante più mi “commuove”, muove il mio Io?. Nel momento in cui accede al punto più infiammato dell’esperienza umana, la fiamma che è dentro la vita. Racconta la condizione umana nell’universalità ovvero nell’esperienza di abbracciare tutto e tutti. Il viaggio di Dante si deve leggere come un viaggio reale. Dante fa entrare l’universalità umana entro il punto sorgivo della condizione umana, cioè del desiderare, che lo fa muovere, che lo fa tendere verso il bene – anche se non sa esattamente di quale si tratti – nel quale l’animo suo si possa acquietare. Ma nella condizione dell’uomo può immettersi un dramma», continua Guarnieri. «Dante centra la drammaticità del desiderio. Nel momento in cui vede, s’immedesima con il mistero cessa ogni drammaticità, quel dramma di avere la libertà, conficcato in tutta la vita dell’uomo. Vediamo la realtà spalancata nel suo significato. Come ha detto papa Francesco a proposito di Dante, la condizione umana si presenta come un cammino. Tutti siamo esuli, viandanti, e tutti abbiamo bisogno di intraprendere questo cammino, staccarci dal male per andare verso qualcosa di più grande».

Seguono significativi esempi della capacità insita nella lettura e nello studio della Commedia di Dante di cambiare la vita e generare un incontro inaspettato sul piano umano. Anzitutto quello con i detenuti del carcere newyorkese di Attica, descritto da Ron Herzman, distinguished teaching professors at the State University of New York at Geneseo, Usa: «La  Commedia è stata  per  loro come una luce , e anch’io l’ho sentita e riscoperta in una nuova luce». E poi quello con gli studenti dell’Università Fu Jen di Taipei nel racconto di Brian Reynolds, docente presso il Department of Italian Language and Culture and in the Graduate Institute for Comparative Literature at Fu Jen University, Taipei: «Come nell’incontro tra il poeta e il monaco cantore Folco, che si comunicano amore perché il cielo è la comunicazione dell’amore di Dio».

Leggere la Divina Commedia, per Vittorio Montemaggi, senior lecturer in Religion and the Arts in the Department of Theology and Religious Studies at King’s College London, U.K., «significa sentirsi toccati come Dante dalla sorpresa dell’assenza del sorriso di Beatrice nel cielo di Saturno. Dobbiamo sentire, vedere, il legame inscindibile tra comprensione e conoscenza, e come mostra nell’incontro con san Pier Damiani, l’incontro con l’altro è incontro con Dio. La Verità si può incontrare solo nell’ascolto dell’altro, con umiltà e semplicità, così come il volto di Dio contiene in effigie il viso di ciascuno di noi. Dio. L’unione tra Io e Noi coincide con la Verità in cui tutto coincide con l’Essere».

(M.T.)

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