Cultura, capitale umano, università: motori dell’economia

Press Meeting

Rimini, 24 agosto 2015 – “L’Italia deve ripartire dall’investimento in educazione: i tempi odierni sottolineano questa necessità. Enrico Moretti, professore a Berkeley in California, evidenzia che il lavoro si crea dove ci sono idee e questo spinge la creatività delle persone e la qualità del lavoro”. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà con queste parole introduce l’incontro in Sala Neri Conai delle ore 11.15 dal titolo “Cultura, capitale umano, università: motori dell’economia”. Intervengono Shavar Jeffries dell’Università di Notre Dame, Mario Mariotti, musicista e interprete di Emotion 2015, il rettore dell’Università di Bergamo e presidente della conferenza dei rettori Stefano Paleari e Pier Luigi Streparava, commissario generale Emo Milano 2015, la Fiera mondiale delle macchine utensili.
Jeffries ha esordito dicendo che “viviamo in una economia basata sui talenti, le economie funzionano se si investe nei talenti. La nostra esperienza negli Stati Uniti lo dimostra. Il sistema educativo statunitense era stato pensato nel ventesimo secolo per un’economia industriale e per assimilare gli immigrati nel tessuto sociale della nazione. Oggi questo sistema non è più adeguato a rispondere alle esigenze dell’economia moderna, basata sulla conoscenza”. Jeffries ha proseguito sottolineando che solo un terzo dei giovani americani si laurea al college “e le loro competenze si sono abbassate in matematica e scienze rispetto agli studenti degli altri Paesi”. Per cercare di superare questi gap conoscitivi Il governo federale ha creato una commissione per valutare il sistema educativo e le scuole. Tutte le scuole, sia pubbliche che private – ha spiegato il relatore – vengono valutate nei risultati e qualora una scuola abbia risultati negativi nella preparazione dei ragazzi può essere chiusa e gli alunni trasferiti in un’altra scuola. C’è poi una certificazione per gli insegnanti che tutela il livello di preparazione. “In questo tentativo di riforma dell’educazione – ha proseguito Jeffries – sono nate le charter school, scuole di diritto pubblico date in gestione ai genitori e che ricevono sussidi pubblici. Esse devono solo attenersi agli obiettivi fissati dalla legge mentre gli strumenti per raggiungerli sono liberi”. Jeffries spiega che in alcuni quartieri più difficili di New York si è constatato che questa tipologia di scuole ha dato risultati migliori rispetto alle scuole pubbliche.
“Sottovalutiamo la realtà, perché non guardiamo i numeri. Nello scorso anno sono nati in Italia 500mila bambini, questo non succedeva dal periodo bellico in cui gli uomini erano al fronte”. Il rettore di Bergamo striglia i nostri politici che non promuovono politiche per la natalità. Se non si inverte il trend rischiamo, ha affermato, un abbassamento della popolazione del 30 per cento e quindi un parallelo crollo del pil, senza che d’altronde diminuisca il nostro debito pubblico che è un aggregato consolidato.
“Oltre all’inverno demografico – ha continuato Paleari – abbiamo anche quello industriale. In sei/sette anni la produzione industriale è calata del 25 per cento e non ci sono segnali di recupero. La crescita dello 0,7 per cento del pil 2015 sembra un miracolo. L’Italia attualmente, se guardiamo i dati della finanza pubblica, ha aumentato la spesa corrente e diminuito la spesa per investimenti che raggiunge appena 1,5% del pil. Per cambiare le nostre infrastrutture ci vogliono 70 anni, questo significa che le nuove non si faranno mai”. Un altro dato su cui riflettere è l’attrattiva esercitata dal Paese verso i cervelli: “La Cina attualmente importa più talenti di quelli che esporta – ha rivelato Paleari – il trend non è ancora cambiato nel Paese, al di là degli slogan, e se non si ha il coraggio delle scelte che servono, in futuro ci troveremo in serie difficoltà”.
Streparava ha preso invece le mosse dall’esposizione mondiale delle macchine utensili che si terrà ad ottobre a Milano, mostrando alla platea il video della presentazione effettuata attraverso 15 conferenze stampa in tutto il mondo. “Nelle macchine utensili – ha affermato – l’aspetto della tecnologia apparentemente preminente si fonde con gli aspetti culturali, umani e di conoscenza. Per questo l’Italia è tra i primi posti nelle graduatorie mondiali di produzione e di export (dove si conferma quarta tra i costruttori e terza tra gli esportatori)”. Proprio per mostrare l’originalità italiana Emo regalerà a tutti i visitatori un cd di musiche italiane “per mostrare come i nostri prodotti affondino in un background che ci precede e che fa parte del nostro patrimonio. Leonardo da Vinci ha sempre creato macchine per risolvere problemi specifici e noi italiani abbiamo mantenuto questa caratteristica di problem solver”. L’Italia – è stata la conclusione dell’intervento – per riprendersi deve diventare un grande Meeting dove l’operosità e la creatività è molto diversa rispetto a quella che vediamo altrove”.
Infine è intervenuto il musicista Mario Mariotti che alle 19.00 proporrà insieme a Fabio Nava nella Chiesa del Suffragio di Rimini una serie di brani tratti dal citato cd dal titolo “Emotion 2015” preparato per l’Esposizione mondiale delle macchine utensili che si terrà a Milano ad ottobre. Mariotti ha ricordato che “la musica è un processo produttivo perché solo quando si costruisce un insieme intelligente di suoni si ha musica. Il processo musicale serve per far scoprire questa bellezza creativa ad ogni persona”.
Vittadini ha concluso dicendo che “sta nascendo un pensiero antiideologico a livello mondiale che guarda la realtà per quello che è. Un processo educativo funziona se la persona sviluppa i suoi talenti”.

(A.S.)

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