Costruttori di ponti

Press Meeting

Rimini, venerdì 24 agosto 2018 – In un Salone Intesa Sanpaolo A3 gremito di ascoltatori, si è gettato un ponte per il dialogo e l’amicizia interreligiosa tra l’occidente e il mondo arabo. Introdotti da Wael Farouq, professore di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica di Milano, sono intervenuti Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, Khaled Azab, head Central Projects and Services Sector Library di Alessandria d’Egitto; Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione; Nicola Renzi, segretario di Stato per gli Affari Esteri, gli Affari Politici e la Giustizia della Repubblica di San Marino.
Farouq sostiene che siamo in una società che soffre per la mancanza di “ponti” e vede crescere muri di indifferenza, odio e rifiuto del diverso, dell’altro. Il docente indica due evidenze da tener presenti nel corso del dibattito: il distacco dell’informazione dall’esperienza e l’incapacità di dare il loro nome alle cose, spesso indicate con la generica etichetta del ‘post’ (post-moderno, post-marxismo, post-colonialismo). “Costruire ponti significa allora recuperare il legame tra informazione e esperienza, creare una cultura fondata sulla vera conoscenza”.
Il primo a intervenire è il segretario di Stato di San Marino, che testimonia lo stretto legame di cooperazione con il Meeting di Rimini, per la costruzione di ponti, “nel tentativo di trovare convergenze e sintesi culturali importanti che, attraverso il dialogo, favoriscano conoscenza e riconoscimento delle diversità. Sotto l’egida sammarinese, – continua Renzi – sono partiti da più di dieci anni gli ‘Incontri del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale’, che vedono la Repubblica al centro di dibattiti paneuropei che, oggi più che mai, risultano propedeutici alle riflessioni globali”.
È poi la volta del direttore della Biblioteca di Alessandria (riaperta dopo intricate vicende nel 2002), che vedrà la presentazione delle attività del Meeting all’interno dei suoi spazi. “In questa cornice – ricorda – sono stati creati il Museo delle Religioni, un programma di ricerca sugli scambi commerciali nel Medioevo tra Alessandria, Genova e Venezia, una mostra dal titolo “Arabi ed Europa: interazioni”, ora parte del programma del Meeting. Gli egiziani – conclude Azab – hanno così scoperto l’esistenza di un’epoca storica dimenticata e trascurata, che nei libri di scuola è trattata in maniera sbrigativa”.
“Fin dall’inizio della sua storia il Meeting è stato un luogo di costruzione pensato come un porto accogliente dove le navi arrivano e ripartono con un amico in più”, esordisce Roberto Fontolan. In questo cammino di costruzione il Meeting ha avuto l’onore di avere come compagno di viaggio instancabile il cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Fontolan ripercorre i passaggi dei discorsi che il cardinale ha pronunciato, ospite del Meeting, dal 1998 ai 2015. Discorsi profetici e lungimiranti. “Aveva una eccezionale capacità di insegnamento – prosegue il direttore del Centro internazionale di CL – e ci confrontavamo sempre con lui ogni volta che dovevamo mettere a tema gli argomenti del Meeting”. Fontolan ricorda che Tauran sottolineò l’importanza del grande appuntamento in Arabia Saudita nel 2008, in cui i rappresentanti dell’islam, del cristianesimo e dell’ebraismo, dialogando, trovarono questi punti in comune: siamo tutti creature di Dio, la differenza arricchisce, la famiglia è cardine della convivenza umana, il dialogo contribuisce alla pace. Infine viene mostrato un breve video del cardinale durante il suo ultimo intervento al Meeting nel 2015. Egli invitava ad essere benevoli e solidali con tutti, avendo il coraggio dell’identità e della verità e la sincerità delle intenzioni. Un’esortazione a realizzare il disegno di Dio, affinché ogni persona umana possa essere felice. Per condividere la gioia di sapere chi siamo e dove andiamo, per mostrare che Dio non è morto.
Farouq presenta il segretario generale della Lega musulmana come un personaggio che “rifiuta di ridurre l’Islam a qualsiasi dottrina come il salafismo o il wahabismo”, mentre sullo schermo scorrono le immagini dell’ospite arabo, un anno fa, con papa Francesco. Al-Issa ricorda la figura di Tauran: “Ci sono dei leader della misericordia che ci parlano dei significati della misericordia. Nella Lega Musulmana Mondiale (che rappresenta cinquanta paesi del mondo islamico) siamo stati molto colpiti quando abbiamo saputo della morte di Tauran. Egli era una persona per il dialogo. Siamo stati molto onorati di averlo avuto nel nostro regno, abbiamo tratto molto vantaggio della sua saggezza”. Un rapporto di collaborazione, quello con Tauran, che ha generato un accordo sottoscritto con il Vaticano per il dialogo interreligioso.
Al-Issa rivolge un pensiero a tutte le vittime “del vuoto che separa le civiltà: una follia, spoglia di qualsiasi significato umano, sul lato etico, priva di logica, sul lato razionale, lontana da qualsiasi saggezza, sul lato della morale, che si impara dalla storia”. Il segretario generale della Lega è consapevole dell’esistenza di gruppi che sono arrivati al declino ideologico, basandosi su convinzioni religiose o filosofiche estremiste. Si tratta di fenomeni isolati che si manifestano in ogni religione e in ogni epoca. “Abbiamo detto e continuiamo a dire – ribadisce – che non esistono religioni estremiste in partenza, ma che in tutte le religioni ci sono estremisti, così come ci sono delle filosofie che propinano scempiaggini teoriche, piuttosto che logiche filosofiche”.
Al-Issa prosegue affermando che: “tutti i popoli musulmani, uniti nella Lega del Mondo Islamico, hanno avvertito l’importanza di chiarire la verità della religione musulmana che ama, coesiste, dialoga e coopera con tutti, dopo che l’estremismo, isolato dall’Islam, ha cercato di abusarla, ad opera di gente malvagia, stolta e ignorante”. Ha inoltre confermato la ferma opposizione che i fedeli musulmani manifestano verso chiunque abusi dei loro testi sacri, propinandone una interpretazione sbagliata o distorcendone il significato. Il relatore dichiara di essere consapevole delle diversità presenti nelle varie culture e religioni, per questo apre al dialogo: “Tale diversità è parte dei precetti del nostro glorioso Creatore e non deve mai scontrarsi con l’importanza della coesistenza, della cooperazione, della carità e della passione verso tutti come condizione fondamentale per vivere in libertà, pace e concordia”. Al-Issa auspica che il dialogo prenda il posto del conflitto, e assicura che i musulmani non dimenticheranno argomenti che rappresentano la parte più importante del processo di costruzione di ponti di pace e concordia umana: i diritti delle minoranze, della donna e i diritti umani in generale, l’emigrazione, l’integrazione, la tratta di esseri umani e la povertà.

(G.C.-M.G.D.A.)

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