Costruire con la natura: la risposta del mondo al cambiamento climatico

Press Meeting

Rimini, mercoledì 22 agosto 2018 – Nello spazio Arena Cammini B2 si è tenuto l’incontro di presen-tazione di “Adaptation”, reportage a cura del giornalista scientifico Marco Merola sui cambiamenti climatici e su come l’uomo debba ripensare l’ambiente che lo circonda per sopravvivere.
Introduce Merola. “Adaptation è un progetto internazionale che mira ad indagare come alcuni paesi si siano già attrezzati per adattarsi al cambiamento morfologico – territoriale e climatico dovuto al riscaldamento globale: l’Olanda sta affrontando l’innalzamento degli oceani – Israele, sta imparando a vivere nel deserto del Negev – l’Etiopia vive in condizioni di estrema siccità – il Bangladesh deve fare fronte ad alluvioni e tempeste sempre più forti”.
A questo proposito interviene Piero Pelizzaro, chief resilience officer del Comune di Milano, il quale si occupa di resilienza urbana e della gestione del rischio integrato su eventi traumatici futuri. “A Milano vogliamo diminuire il suolo cementificato dal 74% al 70% entro il 2030 – incentivando il verde integrato nelle nuove costruzioni e riconvertendo in spazio verde aree ad oggi occupate da cemento. Il progetto di riapertura dei Navigli sarà di fondamentale importanza per la risoluzione e la prevenzioni di allagamenti nel centro della città – aiutando così la distribuzione idrica cittadina e l’equilibrio delle temperature urbane”.
Merola introduce Mariagrazia Falcone, direttore Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, la quale spiega come Israele stia insegnando alla popolazione come adattarsi alla vita nel deserto. “Il 60% del suolo israeliano è desertico e le piogge sono molto scarse. Per provvedere alla quantità di acqua necessaria allo stato, Israele investe nel risparmio e nella purificazione e riutilizzo delle acque reflue, che sono ri-immesse nella rete idrica per il 90%. Un’altra fonte focale delle risorse israeliane è l’acqua desalinizzata dal mare”. Israele, grazie all’irrigazione goccia a goccia sotterranea nel deserto del Negev, è riuscita a creare oasi nelle quali la popolazione vive, recuperando così centinaia di metri quadri di territorio.
Merola conclude portando l’esempio dell’Olanda. “Con il suo progetto “Mud Motor” – che prevede lo spostamento di grosse quantità di fango residue dai fondali portuali in zone costiere – i Paesi bassi dimostrano come sia possibile e molto più efficace costruire con la natura. Difatti questo processo andrà a creare nuove aree vegetali che contrasteranno l’avanzamento dell’acqua e la diminuzione del territorio. Questo è un chiaro esempio di resilienza e di adattamento dell’uomo all’ambiente nel quale vive ed opera”.
Il webdoc è consultabile su www.adaptation.it, www.adaptationproject.it e www.adaptation.net.

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