Correggere gli accordi europei per far ripartire l’Italia

Redazione Web

IL PRESIDENTE CONSOB SAVONA: «MONDO PRODUTTIVO E PARTE BISOGNOSA DELLA SOCIETÀ SI INCONTRINO PER RIDARE SLANCIO AL PAESE»

 

Rimini, 20 agosto – «Rispettando i parametri di Maastricht non affronteremo il nostro  problema di fondo. Dovremmo cercare di avere un consenso da parte della nuova commissione europea dicendo che l’Italia ha un bilancio sano. La coalizione che si formerà sarà credibile se prenderà in carico questo obiettivo strategico di lungo periodo. Altrimenti, i semplici scambi di ministeri dureranno poco».

È in sintesi il messaggio lanciato dal presidente della Consob Paolo Savona, ex ministro per gli Affari europei del governo Lega-Movimento 5 stelle, durante l’incontro “Europa: problema o opportunità per l’Italia?”, moderato dal giornalista e sinologo Francesco Sisci e introdotto dal presidente Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini, che si è svolto nel Salone Intesa Sanpaolo B3.

«Se noi impegniamo energie a combattere aiuti di stato, con mesi a discutere se fare 2 o 2,04 per cento di deficit pubblico, non ne usciremo mai fuori. Il problema è correggere gli accordi europei per aiutare i paesi a uscire dalle loro difficoltà, e non accrescergliele. La soluzione richiede leader con programmi nuovi. Bisogna riprogrammare integralmente il bilancio dello Stato» è il monito di Savona.

L’analisi dell’economista e presidente della Consob è che «se, per dare assistenza aggiuntiva, riduco gli investimenti, sto peggiorando le condizioni di crescita e di occupazione. Stati Uniti e Germania sono usciti subito dalla crisi, in due anni, perché avevano fatto, con ricette keynesiane, maggiori investimenti soprattutto in infrastrutture. L’Italia invece si è dedicata a dare assistenza alle persone e alle imprese in difficoltà, ma facendo un taglio degli investimenti pubblici, e spegnendo uno dei due motori della crescita italiana assieme alle esportazioni. Per una serie di ragioni, anche ideologiche, come sul tema della Tav».

Mentre, al contrario, «allo scoppio della crisi internazionale l’Europa era impreparata, Draghi ha varato il quantitative easing solo nel 2012, quando già centinaia di imprese italiane erano saltate. Questa è la mia critica: l’Europa era impreparata. Non significa essere contro o non riconoscere l’importanza della moneta comune e dei vantaggi che porta. Ma la devi dotare di tutti gli strumenti, e questi non sono stati dati».

Il tema di fondo per Savona, tuttavia, è che «l’Europa, e tutto il mondo occidentale, ha interesse che l’Italia resti in Europa e non entri in crisi. Gli accordi avuti finora hanno cercato di aiutare l’Italia, ma con una negoziazione che non risolve i problemi. La soluzione c’è: creare uno strumento di debito europeo, che non è l’euro bond ma un’attività sicura che fermi il deflusso di fondi verso gli Stati Uniti, in particolare nei confronti dei treasury bond americani, inviando il risparmio europeo a servizio degli interessi esteri. E dando il ricavato a paesi come l’Italia, che per un paio d’anni non emetterebbero nuove obbligazioni: questo cesserebbe le pressioni nei confronti dello spread italiano, che potrebbe ridursi fino ad azzerarsi. E l’Italia deve presentare un programma convincente di rielaborazione del suo bilancio».

Per questo, «se si riduce dal il deficit dal 2 per cento allo 0, si risparmiano 30 miliardi da reinvestire in infrastrutture. Tutto ciò è legato alla possibilità tecnica nascente di un accordo serio tra Italia e Europa, con la garanzia irreversibile che non vogliamo uscire dall’Europa. Noi dobbiamo ancora credere nella forza della ragione e degli argomenti ben posti, molto più quanto lo siano la prova di forza e i pugni sul tavolo».

La conclusione del ragionamento dell’economista è perciò che «la ripresa non c’è perché non si incontrano la componente produttiva e quella che necessita di assistenza. L’Italia deve restare in Europa ma con la forza della ragione deve riuscire a cambiare e ad alleggerire questi difetti di costruzione».

 

(F.G.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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