CORO DI VOCI BIANCHE “BRANKO”

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Marina Valmaggi, musicologa, nonché componente del coro riminese Millennium ed interprete della sigla del Meeting 2011, presenta lo spettacolo del coro di voci bianche Branko come l’esito di un riconoscimento artistico. L’incontro tra le due esperienze canore era avvenuto alcuni anni fa a Niś, città dell’imperatore Costantino e seconda della Serbia, dove i riminesi partecipavano al giubileo costantiniano che si concluderà nel 2013, ed oggi prosegue all’interno del Meeting.
Il coro giovanile, diretto da Jovana Mikić, composto qui da quaranta ragazze ed alcuni ragazzi tra gli 8 e i 18 anni, viene introdotto da Slavica Milić Paolillo, della Società Dante Alighieri di Niś, che spiega come il coro Branko sia in effetti la sezione giovanile di un altro coro (che vanta 120 anni di attività), il Coro liturgico della cattedrale di Niś, di confessione ortodossa, entrambi coinvolti nel sostegno delle impegnative liturgie.
La prima parte della performance è appunto dedicata alla musica liturgica. Vengono mirabilmente ricreate le atmosfere slave, con il Kyrie ed il Sanctus, e non viene trascurata la tradizione liturgica mariana con un brano dedicato alla Madonna madre di Dio. La qualità dell’impasto sonoro e la precisione delle voci fanno immediata presa sul folto pubblico, che applaude sentitamente, davanti al palco D7, solo in parte influenzato dalla grazia e dalla spontaneità delle cantanti più giovani.
A mo’ di cerniera con la seconda parte dello spettacolo, dedicata al canto popolare, viene proposta Tamo daleko (Laggiù lontano): un canto della prima guerra mondiale che narra dei soldati di Salonicco (prelevati dalla marina italiana e riaccompagnati sani e salvi a Corfù), diventato parte integrante della tradizione musicale serba.
La seconda parte prosegue con una selezione di canti tradizionali. Vengono presentati con agilità ed ironia quadretti di vita popolare (la festa, le nozze) ma non mancano brani scritti durante recenti e duri periodi, come il kosovaro È caduta la fitta nebbia.
Conquistato, al di là della (notevolissima) capacità tecnica e della efficace interpretazione, il pubblico del Meeting è generosissimo di applausi. Il bis viene richiesto a gran voce, e Tamo daleko risuona nuovamente, ancora più sciolta ed espressiva, premiata da prolungati e insistenti applausi. Forse perché ascoltare chi canta così fa desiderare a tutti la bellezza del canto e l’amore schietto e semplice per la propria terra.

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