COOPERATIVE SOCIALI, LUOGHI DI VITA

Press Meeting

“Confrontando la nostra opera con la realtà delle cooperative – ha detto Monica Poletto, presidente della Compagnia delle Opere-Opere Sociali, che ha coordinato l’incontro delle 15 in sala Mimosa B6 – ho scoperto che gran parte dei talenti di ogni essere umano può essere gratificata nel settore delle cooperative sociali, che è in grande espansione. Ogni persona è fatta di relazioni, di bisogni, verso cui ogni organizzazione di questo tipo orienta la propria attenzione”.
È seguito un ampio e piacevole filmato sul lavoro educativo della cooperativa sociale Paolo Babini di Forlì. “La nostra cooperativa nasce nel 2000 con l’intento di accompagnare bambini e adolescenti nel delicato percorso dell’affido familiare – ha detto la presidente Sara Barbieri – ad oggi, sono circa settanta le famiglie che ruotano attorno alla nostra organizzazione. I nostri operatori sono veri e propri genitori ausiliari, che vivono nella realtà 24 ore su 24 e svolgono praticamente a tutti gli effetti la funzione di genitori nei confronti dei nostri ragazzi. Si tratta per loro di una scelta davvero radicale e molto forte, che richiede motivazioni alte; noi li chiamiamo ‘cogenitori’. Le famiglie coinvolte nel nostro progetto sono divise in sette gruppi, si confrontano varie volte nel corso dei mesi, mentre tre-quattro volte l’anno possono confrontarsi con altre realtà esterne”.
Sull’importanza dell’interazione fra le realtà sociali e le istituzioni di appartenenza, quali i comuni o gli altri enti locali, ha posto l’accento Andrea Villa, presidente della cooperativa sociale Il Carro. “Vorrei citare una frase di papa Benedetto XVI – ha affermato Villa – in cui il Santo Padre dice: “abbiamo bisogno di isole in cui vivere, e che ci facciano sentire sicuri e protetti”; proprio sui bisogni di sicurezza e protezione noi impostiamo l’intera missione che la nostra cooperativa intraprende. Il calore emotivo è ciò che caratterizza il nostro modo di relazionarci”. La cooperativa si occupa di persone uscite dal tunnel della droga, o che hanno commesso reati a causa di sostanze stupefacenti, che decidono di cambiare vita e cercano di reinserirsi nel mondo del lavoro. Importante ed emblematica è la storia di Paolo, un uomo di 64 anni, che ha perso un figlio, la casa e il lavoro a causa della tossicodipendenza. “Paolo ha trovato lavoro da noi per diverso tempo – racconta Villa – dopo che i suoi figli avevano, per la droga, dilapidato il patrimonio familiare, poi è mancato improvvisamente. Noi abbiamo cercato di aiutare anche il suo secondogenito, anche lui precipitato nel dramma delle dipendenze, che, condannato, ha potuto scontare parte della pena come lavoratore socialmente utile nella nostra realtà”.
Un elogio a chi intraprende la strada di fondare cooperative è giunto anche da Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative: “Sono davvero tante le cooperative che fioriscono ogni anno nel nostro paese, molte di loro hanno un’impostazione religiosa; è importante che si crei un intento comune nei loro percorsi. Dobbiamo, d’altro canto, infondere nel nostro paese una prospettiva in cui credere”. La cooperativa, secondo Guarini, è “un luogo di vita, un posto, uno spazio nel mondo, e proprio il suo essere luogo di vita si lega molto bene agli aspetti di umanizzazione degli interventi sul disagio delineati dalla legge 381. Credo sia stato possibile reggere l’urto delle due grandi crisi proprio grazie alle reti di solidarietà”.
L’importanza della solidità delle reti sociali è stata ribadita da Rosario Altieri, presidente di Agci (Associazione generale Cooperative italiane), a conclusione dell’incontro. “Cosa possiamo dare al Meeting quest’anno, se non un messaggio di speranza rispetto all’espansione della realtà delle cooperative? Lo stato – è l’opinione del leader Agci – dovrebbe incentivare maggiormente gli investimenti su queste realtà”. Tra gli interventi auspicabili, secondo Altieri, forse ha minore senso “pensare di accorpare comuni fra loro molto distanti, mentre ha più senso aumentare l’età pensionabile, visto l’incremento degli anni che mediamente l’individuo vive”. “La cooperazione – è la sua sintesi – nasce dalla consapevolezza che al centro del capitale umano c’è una persona con bisogni, sogni, speranze e certezze, che cerca di modificare la società che le sta attorno”.

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