Conferenza stampa inaugurale

Press Meeting

Rimini, 20 agosto 2015 – «I messaggi di papa Francesco e del presidente della repubblica Mattarella sono la chiave di lettura e di apertura di questo Meeting». Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, ha aperto così la conferenza stampa inaugurale di questa mattina, che ha visto la significativa partecipazione dei tre protagonisti dell’incontro clou di oggi, dedicato al dialogo fra i credenti delle tre grandi religioni monoteiste (ore 15.00 Auditorium Intesa Sanpaolo): Azzedine Gaci, rettore della Moschea Othmane di Villeurbanne in Francia; Haїm Korsia, Gran Rabbino di Francia e il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, al quale, fra l’altro, come ha ricordato la Guarnieri, si deve il titolo dell’incontro di questo pomeriggio: “Le religioni sono parte della soluzione, non il problema”.
La presidente del Meeting ha sottolineato che Mattarella ha riconosciuto il ruolo svolto dal Meeting in questi anni “per arricchire il pluralismo della nostra società” e per contribuire a quel dialogo e a quell’incontro fra gli uomini che soli possono vincere il terrorismo e creare un mondo migliore. «Perché la democrazia si esporta – ha scritto ancora il presidente, citato da Guarnieri – attraverso l’esempio e la cultura». Del messaggio del Papa, la Guarnieri ha ricordato il compito assegnato ai cristiani, quello di ridestare il senso di questa mancanza di cui il cuore è pieno. Per Azzedine Gaci, il Meeting è “un evento all’insegna del vivere insieme”, che mette in chiaro le condizioni di una vera convivenza. In questa prospettiva, lo stesso titolo dell’incontro pomeridiano esige una condizione: «Le religioni sono parte della soluzione solo se insegnate in un certo modo, diversamente creano problemi».
Haïm Kosia ha proposto di superare l’idea di tolleranza come condizione di convivenza: «la tolleranza – ha detto – spesso è intesa come semplice accettazione di idee contrarie, ma è necessario fare un passo in avanti e vedere l’alterità come condizione essenziale per l’esistenza dell’essere umano. In questo modo, l’unità non è appiattimento ma reciproco arricchimento, mio e dell’altro».
La precisazione sulla tolleranza è stata ripresa anche dal cardinal Tauran, per il quale nella grande famiglia di tutti i credenti, uniti da un solo Padre, «non ci si tollera ma ci si ama e occorre passare dalla tolleranza all’amore e all’amicizia». Tauran ha indicato le tre sfide che attendono i credenti oggi. La prima è l’identità, che richiede un’idea chiara della propria fede, perché non si dialoga sull’ambiguità. L’altra è la sfida dell’alterità: «Chi crede e prega diversamente da me non è un nemico ma un compagno con cui fare una strada insieme». Terza sfida, la sincerità delle nostre intenzioni, perché non si dialoga per convertire ma per fare un pezzo di cammino verso la verità.
I tre ospiti hanno poi risposto ad una domanda sul ruolo dei media per il dialogo e la pace. Per Kosia i giornalisti debbono raccontare quello che accade con sincerità ed è auspicabile che sempre maggiore spazio venga dato alle iniziative che nei luoghi di culto si verificano ogni giorno nel mondo.

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