Conferenza stampa delle ore 16: Abdullah, Fini, Zebari

Press Meeting

La conferenza stampa con tre Ministri degli Esteri ha anticipato i temi dell’incontro in Auditorium su “Orizzonti di pace”. “Questo è un incontro importantissimo, che prosegue una tradizione che dura da tempo”, ha esordito il portavoce Robi Ronza, “e siamo lieti che il Meeting possa favorire un dialogo di questo tipo”.
Abdullah Abdullah, Ministro degli Esteri dell’Afghanistan, ha anticipato che parlerà in Auditorium “della speranza e delle sfide” in atto nel suo Paese: “L’investimento in Afghanistan non riguarda solo un Paese o una regione, è un investimento nella pace. L’Italia ci ha aiutato in questo e in diversi modi”. Il Ministro, interpellato dai giornalisti, ha ricordato la prossima scadenza delle elezioni parlamentari e, sull’intervento in Afghanistan, ha dichiarato: “Che cosa c’è di più legittimo dell’intervento che è stato fatto: eravamo la centrale del terrorismo! Anzi, c’è stata negligenza prima dell’intervento”.
Hoshyar Al Zebari, Ministro degli Esteri dell’Iraq, ha sottolineato che “l’Iraq ha una collocazione centrale e strategica nel mondo arabo e islamico. Dobbiamo riuscire nel nostro intento di realizzare la pace e la democrazia: la posta in gioco è molto alta”. Dopo aver ricordato l’attuale processo di definizione della nuova Costituzione, Al Zebari ha detto: “Siamo certi che riusciremo nel nostro intento, grazie anche ai Paesi come l’Italia che stanno al nostro fianco”. Nel dialogo coi giornalisti ha aggiunto le seguenti dichiarazioni: “Chiedo ai nostri amici di rimanere con noi fino al completamento del processo in atto. È importante che i Paesi amici non inviino segnali contraddittori, perché questo avvantaggerebbe i terroristi e coloro che non vogliono l’Iraq libero”.
Dopo aver sottolineato “la rilevanza storica” dell’incontro coi colleghi degli altri due Paesi, il Ministro degli Affari Esteri italiano Gianfranco Fini ha proposto tre considerazioni. La storia recente di Afghanistan e Iraq dimostra che la pace non è solo il silenzio delle armi: “Sotto i talebani o sotto il regime di Saddam c’era, in questi Paesi, meno terrorismo. Ma la pace è libertà, non solo assenza di conflitti”. Seconda considerazione: “per garantire il bene primario della pace, non si può pensare di giungere a compromessi con chi la pace la minaccia e la attacca”. Terzo rilievo: “Si tratta di due Paesi a stragrande maggioranza di popolazione musulmana che ricercano la democrazia, come processo dal basso”. Fini ha sottolineato quindi l’importanza di un articolo previsto dalla nuova Costituzione irachena, che recita: “Ogni cittadino è uguale davanti alla legge, senza distinzione di razza, di sesso, di religione”.
Tutti i relatori hanno ringraziato gli organizzatori del Meeting per l’importante occasione offerta con dall’incontro odierno. Interpellato da un giornalista, Al Zebari ha parlato anche del suo incontro di ieri col Papa.

V.C.
Rimini, 26 agosto 2005