Canzoni contro la paura

Redazione Web

Canzoni contro la paura
Con Brunori Sas

Rimini, 25 agosto 2022 – Grande interesse ha destato nel pubblico che affollava la Sala Neri Generali il colloquio che ha visto protagonisti Massimo Granieri, religioso passionista e par-roco di Sant’Oliverio Martire presso il Santuario della Madonna della Catena a Laurignano, scrittore, convertitosi grazie all’ascolto della musica e in particolare quella rock, che l’ha spinti a porsi domande fondamentali sul senso della vita, ora anche critico musicale, e Bru-nori Sas, talentuoso e apprezzato cantautore autore di brani godono di una popolarità sempre più vasta.
Il titolo stesso dell’incontro, introdotto da Franco Nembrini, insegnante e scrittore “sui gene-ris”, ha fatto riferimento alla sua famosa “Canzone contro la paura”: “Ma non ti sembra un miracolo / Che in mezzo a questo dolore/ E tutto questo rumore”.
A Brunori è stato chiesto: «Perché “A volte basta una stupida canzone a ricordarti chi sei”»? «Perché attraverso le canzoni», ha detto il cantautore, «riesco a far emergere parti di me che a volte non conosco nemmeno io, smontandole e estraendole dai circoli viziosi dei pen-sieri. Io che scrivo ancorato al periodo che vivo in quel preciso momento. “Canzone contro la paura” è una “canzone sulle canzoni”, sul valore della musica (“Canzoni che parlano d’amore / Perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare? / Che se ti guardi intorno non c’è molto da cantare”).
Il cantautore cosentino, reduce dal Premio Tenco dove è stato premiato come miglior brano con “La verità”, ha trovato lo spunto negli avvenimenti della vita per scrivere e parlare di sé: la morte del padre, sottolinea, è stato senza dubbio uno di questi.
Se le canzoni nascono da sentimenti veri di chi le scrive intercettano sentimenti veri in chi le ascolta. Nelle sue ritorna spesso il tema del rapporto con il padre, in modo implicito o espli-cito, ed è ciò che ha colpito il cuore di Massimo Granieri.
«In “Cip!”», ha aggiunto Brunori, «accarezzo il tema della morte e cerco di accettarlo, pur con l’umana difficoltà che questa accettazione comporta. Ma non è un passaggio intellettuale o solo razionale, discende dal rapporto con mio padre: la sua morte mi ha imposto di rive-dere le priorità della vita e l’ho scritto in “Capita così”, come in altri testi, per ricordare a me stesso ciò che conta nella vita. Canzoni come promemoria».
(M.T.)

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