Cambiamento d’epoca: la crisi come passaggio.

Press Meeting

Alle 19, in Hall Sud Sala Neri, il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri, e il presidente emerito della Camera dei Deputati, Luciano Violante, hanno discusso del “Cambiamento d’ epoca: la crisi come passaggio”, affrontando gli effetti che esso sta avendo sulla democrazia.
Violante ha individuato vari fattori che determinano il cambiamento. In primo luogo la connessione globale, che ha messo in comunicazione una grossa fetta della società mondiale :«È più facile oggi comunicare con un sms piuttosto che dialogando». Questo ha comportato la decadenza del dialogo ed una riduzione della profondità del pensiero, essendo la rete il luogo della comunicazione immediata e superficiale. Il secondo dato è il PIL che derivava, un tempo, dalle materie prime e dall’energia: «Oggi, afferma il presidente, «il 70% di esso dipende invece da beni non materiali». La terza importante causa di un cambiamento è il «pensante non umano», che individua una modalità di pensiero diversa. Violante ha reso chiaro questo concetto tramite alcuni esempi, come una poesia di Montale creata da un algoritmo o la progettazione di robot in grado di comunicare tra loro tramite un linguaggio incomprensibile ai costruttori stessi.
Accanto a questi fattori interni, secondo Violante, ce ne sono di “esterni” che sfuggono al nostro controllo. Come le migrazioni, che oggi hanno cambiato natura: una volta a senso unico, dall’Europa verso le aree poco antropizzate del continente americano, oggi riguardano tutto le aree del mondo e sono dirette verso zone densamente popolate, con il rischio di innescare conflitti. «Le migrazioni», afferma il presidente emerito, «mettono in discussione welfare, culture e coesione sociale. Molti reagiscono con i “muri”, ma questa non può essere la risposta della politica» . C’è poi il terrorismo che «si è globalizzato e con lo stesso soggetto colpisce in ogni parte del mondo».

Il cambiamento d’epoca sta stravolgendo la formazione dell’opinione pubblica. La classe dirigente, preoccupata del consenso, si adegua a ciò che pensa la gente e non è capace di sostenere posizioni impopolari. «Ma essa», ha sostenuto il relatore, «deve formare ed informare e non essere prigioniera dei sondaggi. Si ha così la prevalenza del verosimile sul vero e l’esaltazione delle decisioni veloci, estranee alla democrazia, che ha bisogni dei tempi del confronto e della verifica». Altra conseguenza del cambiamento è la preoccupazione della sicurezza, che ha la meglio sul rispetto della libertà e così si chiede un inasprimento delle punizioni per mantenere l’ordine sociale. «Ma la punizione», ha spiegato Violante, «seppure necessaria, lacera, ma non risolve. L’ordine si mantiene con la persuasione».

«La democrazia di oggi è malata», ha proseguito. «Diminuiscono la partecipazione al voto e l’iscrizione ai partiti e la democrazia stessa viene ridotta a tecnica di governo. Scompaiono il pluralismo, la libertà religiosa e di parola, il principio della separazione dei poteri». Il primo effetto sul governo della cosa pubblica è che ci si preoccupa di vincere e non di governare e non c’è più sfida sui contenuti; la politica diventa un esercizio ludico, che un condottiero narcisista cerca di svolgere in modo seducente. «È la caporalizzazione della politica, dove il partito da comunità diventa piedistallo. L’esatto contrario di quello che vedo fra di voi», ha aggiunto Violante, rivolto alla platea, «che perseguite una comunità di legami orizzontali, senza delegare un capo ad essere protagonista al posto vostro».

Il presidente emerito ha indicato alcune strade per guarire la democrazia, «che non è un dato di fatto naturale, ma frutto di intelligenza e voglia di libertà. Innanzitutto bisogna promuovere il rispetto degli altri, per ritrovare il valore della mediazione. Occorre tenere comportamenti che riumanizzino la società». E si è chiesto se il cristianesimo possa essere considerato un comportamento. «Dai comportamenti io posso risalire ai valori a cui si ispira la persona. Cominciamo a tenere comportamenti che rigenerino la società». Le ultime battute Violante le ha dedicate al titolo del Meeting, invitando i giovani a non maledire ciò che è stato prima di loro. «Piuttosto siate come Enea, che fugge da Troia con sulle spalle il padre Anchise, e le urne con le ceneri degli avi, e tenendo per mano il figlioletto Ascanio, custode del fuoco di Vesta, con il quale costruire una nuova città”.

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