Alla scoperta dei nostri geni: lo scopo di una ricerca che continua

Press Meeting

Dopo l’annuncio, dato giusto un anno fa, che la scienza ha terminato di compilare la mappa del genoma umano, la genetica è giunta all’apice della sua conoscenza o il quadro di riferimento rimane più grande? A questa domanda, formulata dal presidente dell’Associazione Medicina & Persona, Marco Bregni, in apertura d’incontro, ha cercato di rispondere don Roberto Colombo, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare e Genetica Umana presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
“Il DNA non ha creato la vita, è la vita che ha creato il DNA”, ha detto lo scienziato, fra i massimi esperti a livello mondiale di un settore fra i più delicati della ricerca e costantemente all’attenzione dei mass media per il suo contenuto di “sfida” più avanzata, intendendo dire che la genetica è ben lungi dall’aver terminato il suo compito, tanto è vero che “nonostante decenni di studi, i genetisti non sanno dire che cosa rende umano l’uomo”. Don Colombo ha inteso riferirsi con questo sia agli aspetti strettamente scientifici, legati per esempio al fatto che l’essere umano possiede oltre 21mila geni, dei quali in grandissima parte non si conosce la funzione e che corrispondono per il 99 per cento ai geni del topo, sia al mistero che lega la persona alla vita e la mistero che la determina. Ed ha citato in proposito le personalità più significative nella storia della genetica, da Aristotele a Francis Crick coprendo un arco di 2300 anni e passando attraverso quel Bernardo di Clairvaux la cui frase è stata scelta come titolo del Meeting di quest’anno.
“La realtà – ha affermato ancora lo studioso davanti ad una platea gremita in buona parte di giovani – esiste al di là delle nostre idee, le quali dal punto di vista della scienza si chiamano ipotesi e cambiano in continuazione. Ma la realtà, l’uomo, non cambiano. Quindi, la ricerca non è possedere la realtà perché sarebbe impossibile, ma obbedirle, inchinarsi davanti ad essa”.
Conclusione: “La genetica umana non è la struttura del DNA, ma la persona; il contrario è concepire la scienza come fine di tutte le cose”.

R.P.
Rimini, 24 agosto 2004