A ognuno il suo lavoro

Press Meeting

Interessante confronto fra pubblica amministrazione, sindacati, agenzie nazionali lavoro

“Le parole d’ordine per la ripresa sono dialogo, collaborazione, responsabilità, sussidiarietà. Le riforme sulla buona scuola e il Jobs Act offrono spunti interessanti. Il problema è metterle a sistema ed è questo lo scopo, il punto di partenza del confronto”. Dario Odifreddi, Presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri, ha introdotto in questo modo l’incontro “A ognuno il suo lavoro” delle ore 11.15 in Sala Neri. Partendo dal titolo Odifreddi ha chiesto ai relatori di fornire suggerimenti e consigli pratici.

Stefano Colli Lanzi, Amministratore Delegato di Gi Group e Vice Presidente di Assolavoro non ha dubbi: “Temi centrali per lo sviluppo del lavoro sono la formazione, l’orientamento e l’accompagnamento del lavoratore. Le agenzie di intermediazione sono chiamate a rispondere a questi bisogni”. La situazione attuale è preoccupante, il tasso di disoccupazione è elevato, soprattutto quello giovanile. “Il bisogno è di lavoro, di lavoro buono, sostenibile, positivo per i cittadini e la società. Il nodo della questione è quindi culturale, occorre interrogarsi sul perché lavorare. Per lavoro buono intendo quello che ‘costruisce’ ricchezza, non solo il lavoro che ‘distribuisce’ ricchezza”, precisa Colli Lanzi. “La formazione dev’essere fatta per rispondere ad un bisogno, nel lavoro l’uomo deve poter valorizzare le proprie competenze, non si può pensare ad una professione fine a se stessa”. Il relatore fa riferimento alle politiche attive: “Queste devono offrire un sostegno alla persona a trovare un lavoro utile, cioè richiesto dal mercato”.

L’intervento di Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Veneto, è stato particolarmente illuminante. “Mi occupo di queste materie dal 2005 e mai avrei pensato di vivere in questi anni una situazione di smarrimento e crisi di questa portata”. Ma in Veneto si sono rimboccati le maniche. “Scuola, formazione e lavoro sono elementi di un processo unico, in questi anni ho sempre tenuto legati questi ambiti considerandoli come priorità per la ripresa”, aggiunge l’amministratrice.

“In Veneto il piano Garanzia Giovani ha funzionato meglio che da altre parti perché abbiamo messo insieme pubblico e privato, le decisioni sono state condivise da tutte le parti sociali con forte spirito di responsabilità”. Donazzan porta un esempio, il distretto degli occhiali, produzione molto forte nella regione del nordest. In controtendenza rispetto alla situazione nazionale, l’Associazione Anfao che raggruppa le imprese del settore ha dato alla Regione la responsabilità di gestire i fondi. Pare quasi paradossale: “Il mondo delle imprese, dei privati, che incarica l’ente pubblico della gestione delle risorse finanziarie”. Un altro esempio è la collaborazione fra enti pubblici sulla formazione professionale “Con Regione Puglia abbiamo fatto un accordo per lavorare insieme avendo un’economia, imprese e produzioni in comune”.

Salvatore Pirrone, Direttore Generale dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) per l’avvio delle attività, programmato per il gennaio prossimo, parte da una constatazione. “Abbiamo ereditato il lavoro fatto negli ultimi 17 anni dalle regioni italiane. È giunto il momento di raccogliere il meglio di quasi due decenni di attività e metterlo a sistema”. Il programma Garanzia Giovani verrà riproposto, circa 300mila ragazzi sono in attesa di frequentare i tirocini e i corsi di formazione per l’avviamento al lavoro. Una bella sfida anche per le agenzie regionali e decentrate sul territorio. “Sono ottomila gli operatori reintegrati dalle Province che dovranno ascoltare chi cerca lavoro; per crescere occorre uno sforzo corale e collaborazione”.

Al segretario generale Cisl, Annamaria Furlan, il compito di tirare le fila. “Non eravamo più abituati a entrare in una fase di recessione così profonda, occorre risalire alla fine del 2007 per trovare qualcosa di simile. Il lavoro per quasi un ventennio non è più stato al centro dell’attenzione della politica. Oggi bisogna recuperare il suo valore sociale”. Quale il modello da costruire? “Il nuovo modello mette insieme gli ambiti sociali, economici, finanziari per restituire dignità al lavoro. Anche le imprese devono fare un cambio di mentalità; spesso è attestata su assetti troppo verticistici, mentre deve consentire a lavoratori e lavoratrici di partecipare al destino dell’impresa offrendo loro occasioni concrete di assunzione di responsabilità”.

Insomma, una maggiore qualità del lavoro per una più alta qualità della vita. “Si apre una stagione nuova – spiega Furlan – nella quale, superate divergenze e spaccature fra generazioni e ruoli, si arriva a rendere l’uomo, il lavoratore più protagonista”. A settembre sono previsti numerosi tavoli con ricadute importanti per i prossimi anni. E anche i sindacati sono chiamati a rinnovarsi. “Il ruolo delle confederazioni è mutato, oggi dobbiamo sforzarci e contribuire a tenere insieme il paese e a farlo ripartire”.

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