86. Introdurre a un compito: i progetti potter

Press Meeting

“Potter”, acronimo di “Progetti – occasione per tessere trame educative e di responsabilità” è un programma a livello europeo, che investe al momento Italia, Spagna, Polonia e Romania e che si articola in iniziative diverse, ma accomunate dal fatto di riguardare i ragazzi che presentano difficoltà di apprendimento scolastico o di inserimento lavorativo, spesso dovuto a carenze educative di origine familiare.

“Ragazzi perduti che tornano a casa, ove per casa si intende l’ambito di accoglienza, di aiuto ad acquistare fiducia in se stessi e senso di responsabilità”. Così Stefano Giorgi, vice presidente di CdO Opere Sociali, ha introdotto la proiezione in sala A4 alle 13.30 di una serie di video documentari che hanno descritto tre casi di esperienze “Potter”, da tempo avviate in Romania, Polonia e Spagna oltre a quindici iniziative operanti in Italia.

La proiezione dei video con le testimonianze dei ragazzi e degli educatori è stata molto apprezzata ed applaudita dal pubblico presente. Molte le storie raccontate riguardanti giovani che, nelle varie opere sociali rappresentate nei video – da Fundatia di Vidra in Romania ad Apsi Polka in Polonia, alla Scholè di Madrid, alle molteplici presenze in Italia dalla Brianza alla Sicilia – hanno potuto riscoprire la pienezza della gioia di vivere, e con l’occasione anche di apprendere un lavoro.

L’opportunità di essere inseriti in progetti di stage formativi, con l’affiancamento di educatori e di lavoratori più esperti ha garantito loro la possibilità, nel tempo, di potersi inserire nuovamente nella vita sociale.

Parliamo di giovani che, dopo esperienze anche di droga e criminalità si sono scoperti ottimi operai, apprezzati cuochi, chef, camerieri, baristi; ragazze che sono diventate ottime puericultrici; adolescenti con grave disadattamento scolastico che hanno potuto scoprire l’importanza del lavoro grazie all’aiuto dei colleghi più esperti. Si racconta perfino la vicenda di un giovane autistico che, grazie al paziente operato di un bravo educatore, è divenuto un ottimo produttore di oggetti di creta e ceramica.

“La vita è importante perché è un dono di Dio”, ha ricordato Giorgi citando l’intervento di don Stefano Alberto nell’incontro di ieri al Meeting. “Nel dramma insanabile dell’uomo che non riduce la domanda esistenziale, molto spesso i ragazzi si perdono. Molti di loro non sono stati seguiti nella loro crescita; il nostro compito, così come degli educatori dei progetti ‘Potter’, è di divenire figure genitoriali, importanti anche per far scoprire loro il profondo amore di Dio”.

(F.P., M.B.)
Rimini, 25 agosto 2010