71. Testimoni

Press Meeting

I “Testimoni” – nel teatro D2 alle 19.45 – sono due. Un commerciante di vini, fornitore del banchetto di Cana e Giuda Taddeo, invitato con altri discepoli alla cena imbandita da Gesù sulle rive del lago, dopo la sua resurrezione. Rendono conto, questi testimoni, del primo e dell’ultimo miracolo di Gesù: acqua che si cambia in vino e una cena di pesce alla griglia che va a coronare una straordinaria pesca miracolosa. Due eventi all’insegna del cibo, o meglio della convivialità, dell’incontro intorno ad una buona tavola. Andrea Carabelli, attore solitario su una scena spoglia, con la sua mimica e la sua voce, quel vino (e si sente la mano di Paolo Massobrio) e quel pesce te li fanno avvertire all’olfatto e al gusto. Giuda parla della grigliata che sta allestendo Nostro Signore, e senti che ha letteralmente l’acquolina in bocca.
Luca Doninelli, con la collaborazione dell’enogastronomo di Papillon, ricama sulla cronaca, divaga in modo divertente, ironizza ma non perde di vista vino e pesce, non smarrisce il filo di carnalità della vicenda storica di Gesù. Il vinaio Isaia Bashevi, che racconta la sua storia al cellulare, fatica ad arrendersi a quel vino miracoloso, che supera infinitamente il suo, ma alla fine si toglie il cappello, annuncia che cambierà mestiere ed invoca per quel nettare bicchieri appropriati, non il vetraccio di quella tavolata di campagna, buono appunto solo per la roba scadente che serviva lui.
Lo stesso arrendersi e lo stesso riconoscimento di Giuda Taddeo, che dopo la morte di Gesù considerava un peccato il pensare a mangiare, e però aveva fame e quella grigliata se la sognava e gli pareva di vederla sulla riva, quando quello straniero si mise lì ad accendere un fuoco allegro, gagliardo. Per lui un peccato, per quello straniero il modo di farsi riconoscere e passare qualche ora in loro compagnia. Ricorda Giuda che i suoi moralismi e i suoi incubi (la notte alle tre del pomeriggio di quel venerdì, l’urlo, la lancia, la morte) non li aveva Simone, che per primo riconosce il misterioso ospite sulla riva, con ancora addosso i segni della passione.
Giuda non ricorda discorsi e concetti, ricorda i pesci contenti della graticola, come “Lorenzo che saltò felice nella brace”, ricorda il naso di Simone puntato verso Gesù come un dito indice, ricorda la sua bella porzione di pesce che gli toccò e un vino buono come quello di Cana. Questo gli fece gridare “È il Signore!”, e fu un grido più forte del Suo sulla croce. “Quella sera sulla spiaggia – confessa Simone – esisterà sempre e noi saremo pronti a tutto, ad abbracciare i leoni o a prendere una fucilata nella testa”.

(D.B.)
Rimini, 25 agosto 2009