55. L’Irlanda di Newman – L’Irlanda di oggi

Press Meeting

Un’ampia e dotta introduzione di Onorato Grassi, docente di Storia della filosofia medievale alla Lumsa di Roma, inquadra la personalità del cardinale John Henry Newman, vissuto dal 1801 al 1890, nella più ampia cornice della difesa della ragione.

Tema coraggioso ed impegnativo, perché, come diceva lo stesso Newman, “è difficile trovare gente disposta a pagare di persona perché le cose cambino”. Grassi passa in rassegna gli aspetti della formazione e personalità intellettuale di Newman che, convertitosi al cattolicesimo, fu teologo, storico, educatore e filosofo, sottolineando il crescente interesse che si diffonde ai nostri giorni per questa grande figura, “riferimento costante anche per Francesco Cossiga”.

Grassi si sofferma quindi sull’importanza di Newman come filosofo, dalle sue polemiche iniziali contro i concetti di schema e di pregiudizio fino ai problemi della conoscenza della realtà e della certezza della conoscenza morale, nell’ambiente culturale di metà Ottocento in cui si andavano affermando la biologia, la fisica e la matematica come fonti di conoscenza certa.

Newton attacca questo sistema utilizzandone un suo elemento “debole”, quello della probabilità, e sviluppando la sua teoria della certezza come “accumulo di verità probabili, come un filo di canapa che preso da solo è fragile ma che unito ad altri forma una gomena in grado di tirare una nave”. Il docente sottolinea infine come il pensiero di Newman (già sintetizzato nel suo motto cardinalizio “il cuore parla al cuore”) abbia “tolto crepuscolarità alla conoscenza, fornendo gli elementi per la razionalità dell’atto di fede” e sia stato apprezzato da Leone XIII che in Newton “vedeva le basi per superare lo iato tra chiesa e cultura moderna”.

Ma ha ancora senso occuparsi di Newman? Alla domanda risponde monsignor Martin, arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda. “Io sono un uomo pratico – esordisce – ed ho pensato di utilizzare l’imminente beatificazione di John Henry Newman per ascoltare ciò che questi può dire ai cattolici, non solo irlandesi, di oggi”. Racconta quindi le vicende dell’istituzione dell’Università Cattolica d’Irlanda, voluta da Newman e di cui fu rettore dal 1851 al 1858.

L’Università non fu un grande successo, anche per l’assenza in Irlanda di una classe intellettuale cattolica, ma dà l’idea della percezione straordinariamente attuale di Newman: “Una delle più grandi calamità dell’epoca moderna è la separazione tra religione e scienza, mentre la perfezione della conoscenza è l’unione di entrambe (…) che rende gli uomini non solo colti ma buoni cattolici”.

Martin sottolinea quindi la profonda attualità del pensiero di Newman per un’Irlanda di oggi che “diventa o è già diventata una società laicizzata” e per di più “molti nella chiesa in Irlanda non hanno compreso appieno la vastità del cambiamento culturale in atto”. Anche i mass media, tranne qualche eccezione, “si concentrano sullo scandaloso e sul bizzarro” ed in riferimento agli scandali recenti cita e concorda con quanto ha detto domenica la presidente Mary McAleese: “Le vittime sono state derubate del Dio che cercano” aggiungendo che “i fedeli si sentono spesso derubati della loro Chiesa e traditi da essa”.

Insomma un panorama in cui “c’è l’impressione che un’Irlanda pluralista debba essere per forza un’Irlanda laicista”, ma aggiunge: : “Il nostro Paese ha bisogno sia di laici ed atei maturi, anche se sono in pochi i vescovi a dirlo, sia di cristiani maturi con una solida formazione intellettuale. Occorre ritornare alle idee di Newman e creare nei giovani un nuovo senso della fede cattolica”.
Il primate d’Irlanda conclude descrivendo cos’è rimasto oggi dell’Università Cattolica di Irlanda: solo la chiesa, al centro della città, cui si accede da una piccola porta che obbliga a percorrere un corridoio stretto e nudo. “Ma se uno ha il coraggio di percorrerlo fino in fondo, trova alla fine una chiesa grande, varia, bella e non fredda. Spero che questa chiesa di Newman a Dublino diventi il luogo dove cresce una nuova visione del cattolicesimo irlandese”.

(Ant.C.)
Rimini, 24 agosto 2010