44. Volti di speranza

Press Meeting

“Lo sviluppo è reso possibile da un cuore che desidera e da uno sguardo che mantiene la direzione dell’infinito”: questo slogan richiamato da Lucia Castelli, pediatra, responsabile del programma, al termine del suo intervento, ben sintetizza il valore del progetto Avsi Ovc, realizzato in Africa nella regione dei grandi laghi in collaborazione con Usaid, l’agenzia governativa statunitense per il sostegno a progetti di ong.

L’incontro, tenutosi alle 19 nella sala Tiglio, è stato condotto da Alberto Piatti, segretario generale della Fondazione Avsi, ed ha visto la partecipazione anche di Joshua DuBois, direttore del White House Office of Faith-Based and Neighborhood Partnership, e di due docenti universitari, Carlo Lauro dell’Università Federico II di Napoli e Giancarlo Rovati dell’Università cattolica Sacro Cuore di Milano, il primo docente di Statistica ed il secondo di Sociologia generale. Il professor Lauro è anche responsabile dell’area ricerche della Fondazione per la sussidiarietà.

Gli interventi sono stati preceduti dalla proiezione di un video che ha illustrato il progetto, della durata di cinque anni, e che ha riguardato inizialmente Uganda, Ruanda e Kenya per poi essere esteso, su sollecitazione dell’Agenzia governativa americana, anche alla Costa d’Avorio.

Lucia Castelli ha evidenziato che l’originale titolo del progetto Ovc, Orphans and Vulnerable Children, (Bambini orfani e vulnerabili – a causa dell’Aids) è stato subito trasformato in Our Valuable Children (I nostri bambini di valore), proprio per rendere evidente che ogni singolo bambino ha il suo valore, e che per la riuscita del programma è stato determinante l’elemento educativo, la presenza cioè di un adulto, che ha preso a cuore un bambino ed il suo sviluppo.
Attraverso il progetto sono stati assistiti oltre 26mila bambini e famiglie; inoltre 200mila persone hanno ricevuto aiuto in forma indiretta per la formazione di insegnanti, il sostegno a scuole, la messa in atto di attività produttive, ma anche ricreative e di sensibilizzazione, sorte “spontaneamente” dagli adulti coinvolti nell’attuazione del programma.

La pediatra ha anche sottolineato che la realizzazione del progetto è stata possibile grazie ad una collaborazione tra i donatori italiani del sostegno a distanza, l’Agenzia governativa americana Usaid e molti partners locali, tra cui parrocchie, comunità di base ed enti non governativi. Per raccontare visivamente l’esperienza del progetto è stato stampato un opuscolo dal titolo “Volti di speranza”, in distribuzione presso lo stand Avsi.

I professori Lauro e Rovati hanno illustrato la loro attività. Inizialmente doveva essere un contributo puramente scientifico, di “verificatori” dell’efficienza del progetto e della metodologia usata, ma da subito la loro attività si è risolta in un aiuto reale affinché il progetto potesse andare a buon fine.
Joshua DuBois ha illustrati i criteri secondo i quali l’Agenzia governativa da lui diretta interviene nello scegliere e sostenere progetti di ong, tenendo a precisare che l’intervento si svolge sempre nel rispetto della dignità e dell’indipendenza dei singoli e delle comunità alle quali ci si rivolge e che la collaborazione con i capi religiosi ed in particolare la cooperazione interconfessionale è sempre la garanzia per la buona riuscita degli aiuti.

Parlando del progetto Avsi, DuBois ha detto di essere rimasto colpito dall’attenzione rivolta alla dignità della persona, secondo lo slogan: “un bambino, una famiglia, una comunità, migliaia di volte”; ha aggiunto che attraverso tale progetto si è data attuazione alla parabola evangelica della pecora perduta e che si è ben coniugato così il binomio fede e sviluppo.

Il diretto collaboratore di Barack Obama ha concluso dicendo di dover dare testimonianza della generosità degli italiani e che di questo avrebbe dato notizia al presidente stesso, ricevendo in risposta l’invito, da parte di Piatti, da rivolgere allo stesso presidente a visitare, l’anno prossimo, il Meeting di Rimini.

(A.M.)
Rimini, 23 agosto 2010