41. Impresa e bene comune

Press Meeting

Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, apre l’incontro “Impresa e bene comu-ne”, organizzato in collaborazione con Unioncamere, al quale partecipano Manuel Andrès, presi-dente e amministratore delegato di Nestlè italiana, Emilio Petrone, amministratore delegato Sisal; Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia, ribadendo una delle sue più radicate convinzioni: l’impresa ha un valore in sé perché esiste, perché dà lavoro e perché produce beni. “Contribuisce anche a un valore per tutti se gestita con lungimiranza”.
“Facciamo parte di una multinazionale che, secondo i pareri, è una tigre da uccidere, una mucca da mungere, invece è una coppia di robusti cavalli che trainano un pesante carro”, esordisce Manuel Andrès. La Nestlè, una delle realtà più grandi del mondo, “ha indispensabili relazioni con il bene comune”. Punta certamente a fare profitti, ma con obiettivi di lungo termine. “Il modello aziendale per quel che riguarda il bene comune opera su tre livelli: il minimo è rispettare le leggi e lavorare seriamente; il secondo è la sostenibilità della propria attività economica con la tutela dell’ambiente, in particolare dell’acqua, e il terzo è lo sviluppo rurale”. Essendo la Nestlè un’azienda che tratta di nutrizione, è essenziale garantire salute e benessere ed educare all’alimentazione corretta. Nei suoi 456 stabilimenti si sono avuti significativi risparmi dell’uso dell’acqua e dell’energia e una notevole riduzione degli scarti. Tra le realizzazioni di Nestlè Andrès cita le opere di accesso all’acqua potabi-le per 50mila persone della Costa d’Avorio e la costruzione di un centro di ricerca e sviluppo per migliorare l’agricoltura nella stessa Nazione e la vita degli agricoltori.
Le imprese hanno una grande responsabilità sociale specie in questo momento di crisi, attacca Tas-sinari: “Non possono stare con le mani in mano né scaricare su altri la responsabilità”. Il presidente Coop osserva che la crisi finanziaria del 2008 e 2009 è seguita alla crisi speculativa sui cereali e al-tri alimenti dovuta a manovre dei fondi pensione americani che hanno provocato quell’impennata dei prezzi che tutti ricordiamo. Ma a differenza delle aziende private le cooperative hanno la dimen-sione sociale nello Statuto, nella loro natura stessa: “Collaboriamo con 400 aziende e diecimila im-prese agricole e dobbiamo garantire ai nostri clienti prodotti buoni e convenienti”. Per uscire dalla crisi la ricetta per Tassinari è il dialogo, il confronto tra cooperazione, industria, distribuzione e isti-tuzioni.
Emilio Petrone dirige un’impresa, la Sisal, che non produce beni materiali, ma è convinto che “l’impresa non è il diavolo, ma è responsabile dello sviluppo della società”. Questa responsabilità si declina anche facendo il meglio nel proprio lavoro e avendo una visione etica di quanto si fa. Petro-ne porta alcuni esempi di come Sisal si è assunta una responsabilità sociale volta al bene comune. Il giorno dopo il terremoto in Abruzzo i 36 mila sportelli Sisal erano già pronti per una raccolta di fondi che sono poi stati consegnati parte alla Croce Rossa e parte ai propri ricevitori abruzzesi che avevano perso il lavoro. Un secondo esempio è l’istituzione del Banco informatico che raccoglie Pc e altri strumenti elettronici usati che poi ridistribuisce a persone ed enti che ne hanno bisogno.
Ai relatori sono state poste due domande, una dal pubblico e una da Scholz stesso: quali sono i rap-porti con la Cdo e perché le aziende si occupano di sociale. Per Andrès l’occuparsi del sociale nasce da un convincimento personale e aziendale: “Mia mamma diceva che dobbiamo lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato”. Rammenta inoltre i rapporti di Nestlè con il Banco alimen-tare. Tassinari ribadisce che l’aspetto sociale fa parte della natura della Coop e che con la Cdo ha rapporti da quindici anni. Per Petrone molto dipende dai convincimenti dei manager aziendali.
Scholz tira le fila della serata: la ricerca del bene comune non è una procedura standardizzata, ma è qualcosa sempre in divenire, sempre da costruire. La crisi si supera se tutte le persone si assumono le proprie responsabilità perché tendere al bene comune sta nel cuore dell’uomo, è uno dei desideri dell’uomo.