166. La mia festa – “Jamm’ a vedè”

Press Meeting

È stata la grande festa del popolo del Meeting che ha raccolto l’invito di Minucci, “jamme a vedè”. Un popolo che ha contribuito a costruirlo e che si è ritrovato nell’arena Alitalia alle 22 per festeggiare i trenta anni della manifestazione riminese e, a sorpresa, i novant’anni del senatore Andreotti.
Mentre scorrevano sullo schermo le immagini di alcune delle sue trenta partecipazioni al Meeting, con la solita sagacia ed ironia, Andreotti ha risposto alle domande dell’intervistatore, non mancando di ringraziare il Padreterno per la propria longevità: “Non nascondo una certa commozione per il fatto di constatare pubblicamente di essere ancora vivo; l’entusiasmo di allora non è diminuito. Con voi ci si sente giovani nel cuore”.
Emilia Guarnieri ringrazia il senatore per una amicizia che dura da trent’anni e gli augura: “se Dio vuole ci vedremo al centenario!”
Prende la scena Alfredo Minucci, che si rivela essere non soltanto un cantautore, ma un grande showman. Ha saputo alternare, in un sapiente mix, le proprie canzoni ( “A brava gente”, “A storia ‘e Pascaline”) con quelle di Pino Daniele (“Napule è”; “I’ so pazze”), Carosone (“Io tengo n’appartament”, “Tu vuò fa l’americano”) e quelle classiche (“O surdato ‘nnammurato”, “Era de maggio”, “Tammurriata nera”, “Quattre prefessure”) o in voga (“A città ‘e pulicenella”), coinvolgendo un’arena stipata all’inverosimile.
Bravissimi i musicisti nella quale trovavano posto: sax, tromba, trombone, piano elettrico, percussioni, accanto a chitarra, basso, batteria, vocalist.
Non potevano mancare i richiami di Minucci alla mostra “Napoli. Nessun dono di grazia più vi manca” ed all’esperienza di vita nel Rione Sanità, agli amici che, offrendogli una compagnia ed una speranza, lo avevano aiutato a non lasciare Napoli e ad affrontare la vita ed il lavoro, pur tra mille difficoltà, nella propria città. Esperienza questa trasfusa in tante delle proprie canzoni, come “La compagnia”, la stessa “Jamme a vedè”, “Cammenanno”, “O sangue è vivo”.
E poi le canzoni d’amore (“è ammore e niente cchiù”, “stella stella”) a trascinare ancora un pubblico appassionato, fino a coinvolgere sul palco i carcerati dello stand della Cooperativa Giotto, dedicando loro “ ‘o niente e ‘a libertà”.
“Apriamo gli occhi, alziamo la voce, gridiamo il bene, perché il bene ci può salvare. Anche nel buio dei vicoli (di Napoli) è entrato un raggio di sole! Andiamo a vedere questa cosa bella che abbiamo incontrato e che può ridare la speranza ”: questo il messaggio contenuto nelle canzoni di Alfredo Minucci. Sono le parole di chi testimonia che nel Rione Sanità una vita è rinata dall’incontro con degli amici, con Carron, dal suo richiamo: “Nessun dono di grazia più vi manca”.
Questo il motivo della gioia del popolo del Meeting!
(A.M. – Ant.C.)

Rimini, 28 agosto 2009