145. Conferenza stampa Bush-Anderson

Press Meeting

“Comunione e Liberazione è presente negli Stati uniti, ma spero che cresca ancora. Sogno un Meeting anche negli Usa per chi vuole sentirsi parte di qualcosa di grande”. Lo ha affermato Jeb Bush, ex governatore della Florida e fratello dell’ex presidente americano George W. Bush, durante la conferenza stampa delle 13.30 insieme a Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, importante associazione cattolica statunitense.
Bush, sollecitato dalle domande dei giornalisti, è ritornato sull’intervento tenuto ieri da Tony Blair sulle radici giudaico-cristiane europee: “L’immigrazione – ha spiegato – è senz’altro importante per lo sviluppo di Stati Uniti ed Europa. Blair ha sostenuto che questa va gestita da una sorta di contratto tra immigrati e paese accogliente. Se da una parte ci sono i diritti, dall’altra esistono anche i doveri. Europa e Usa hanno profonde radici giudaico-cristiane da cui scaturiscono dei valori. Questi valori devono essere rispettati dagli immigrati. Gli Stati, da parte loro, devono garantire integrazione e tolleranza. Non sempre però – ha proseguito – i leader politici si rendono conto di questo aspetto”.
La conferenza si è snodata attraverso le domande di Marco Bardazzi, portavoce del Meeting. Bardazzi ha chiesto a Bush di “spiegare come il principio di sussidiarietà possa essere una soluzione ai problemi americani”. L’ex governatore ha risposto che “esiste una relazione tra l’azione dei governi e la libertà personale. Più cresce l’azione dello Stato e più si attenua la responsabilità del singolo individuo nella soluzione dei problemi della società. Quando la compassione di un governo viene misurata solo dalla sua spesa – prosegue – vuol dire che siamo sulla strada sbagliata”. Poi muove una critica alla politica del presidente Obama sulle tasse federali, spiegando che “esiste il serio pericolo che l’America stia andando verso l’assistenzialismo”.
Anderson ha poi parlato dei problemi etici relativi al mondo economico-finanziario, giudicando la Caritas in veritate di Benedetto XVI non come “una critica a mercato libero e capitalismo, ma uno strumento per creare una struttura morale per entrambi”. Anderson ha giudicato “lungimirante” l’ultima enciclica di Ratzinger, così come la Rerum novarum di papa Leone XIII: “Entrambe – ha detto – hanno affrontato il tema del bene comune, in un momento storico in cui questo tema veniva colpevolmente trascurato dalla finanza internazionale”.

(M.P.)
Rimini, 27 agosto 2009