141. Certezza e sicurezza alimentare: la sfida del nuovo millennio

Press Meeting

L’incontro si è tenuto in sala Neri alle ore 11.15. Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare Onlus ha sottolineato l’intensa opera che la Fondazione sta realizzando per la sicurezza alimentare nel nostro paese. “Nella nostra cultura – ha affermato – il cibo è visto come un dono: l’uomo si è sempre procurato il cibo, simbolicamente, tramite un dono. L’opera che noi abbiamo attuato in questi anni è stata prevalentemente finalizzata al controllo della qualità del cibo. Essa è stata avviata tramite uno studio sulle abitudini alimentari degli italiani, che ci ha condotto a delineare tutti i tipi di dieta cui l’uomo prende parte. Si inizia dalla dieta mediterranea, fino alle più diffuse diete ipocaloriche. I controlli di qualità che abbiamo effettuato hanno consentito di ridurre il fenomeno del ‘falso made in Italy’ e a rendere più genuina l’alimentazione dei nostri concittadini”.
Parole condivise da Anna Lydia Sawaya, senior director della Cren di San Paolo del Brasile, che nel suo intervento ha sottolineato che “l’alimentazione è l’attività più importante per la sopravvivenza dell’uomo”. Per questo motivo, ha ricordato, il nostro corpo controlla perfettamente tutto il processo nutritivo: dai modelli alimentari all’uso dei nutrienti e dell’energia. L’alimentazione umana infatti, diversamente da quella animale, “dipende ed è modificata dall’esperienza, ovvero dal contesto sociale e dalle differenze di classe, dal bisogno di significati e felicità e anche dalla dimensione spirituale; l’essere umano si adatta all’ambiente e alla alimentazione delle diverse culture, anche tramite il commercio”. Il maggior numero di prodotti del mercato agro-alimentare negli Stati Uniti si concentra generalmente su di pasticceria, snack o dolciumi. Il mercato alimentare italiano è, invece, piuttosto vasto, e si basa essenzialmente sui prodotti agricoli e sull’operato dei contadini. “La dieta mediterranea è più sana – ha aggiunto – anche se deve associarsi ad attività fisica”.
Luigi Campiglio, pro-rettore e docente di Politica economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, accenna alla complessità dell’argomento, visto che “studiare le abitudini alimentari implica una vasta area della scienza”. Spesso, però, nel privato, non vi è attenzione ad abitudini alimentari corrette. “Più del 5 per cento delle famiglie – riferisce Campiglio – di avere avuto un problema alimentare in passato. Spesso sono le famiglie più numerose ad evidenziare maggiori problematiche legate al cibo”. Secondo il docente, il problema è stato affrontato con superficialità anche a livello politico: “Per questo sono sempre di più le famiglie che si rivolgono a livello strutturale alla cosa pubblica, manifestando situazioni di bisogno”.
Molto atteso dal pubblico e dai numerosi cronisti presenti in sala è stato l’intervento di Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole e alimentari e forestali “Abbiamo sostenuto le iniziative del Banco Alimentare in tutta la nazione. Spesso, in Europa, si tratta il problema alimentare con lunghi e faticosi negoziati, così noi rappresentanti del governo dobbiamo letteralmente pestare i pugni per far valere la nostra richiesta di attenzione al problema”.
“Comprare prodotti speculativi sul cibo – ha proseguito il ministro – significa aiutare qualcuno a morire di fame. Nel mio operato politico, io difendo la mia ‘multinazionale’ ossia i contadini; ciò per me significa difendere la cultura, la civiltà e l’alimentazione. Siamo riusciti a confiscare nei paesi esteri molti prodotti che venivano presentati come mady in Italy e non lo erano. Un prodotto su dieci, all’estero, è un ‘falso’ made in Italy: ci è capitato di trovare in Cina, ad esempio, mozzarelle fatte con residui di mortadella, che venivano vendute con marchio italiano”.
Grande vicinanza all’operato dei contadini, con particolare attenzione al controllo di qualità del servizio: questo promette il ministro Zaia per il futuro del suo operato. “Mi piacerebbe che tutti gli italiani mangiassero bene – ha concluso – e che non fosse più necessario che una sana alimentazione abbia luogo solo nelle famiglie in cui c’è un contadino in casa”.

(F.P.)
Rimini, 28 agosto 2009