136. Il paradosso del vangelo visto da un cieco

Press Meeting

Confrontarsi con i testi sacri è di per sé un rischio, tanto più se si tratta di uno dei quattro Vangeli. Non privilegiandone uno in particolare, la Compagnia Bella ed Il teatro dell’Orsa portano sotto i riflettori una singolare interpretazione dei fatti evangelici intitolata Il vangelo visto da un cieco, andato in scena nella serata di giovedì al Meeting di Rimini.

Il testo, composto dal drammaturgo Giampiero Pizzol, immagina l’incontro nell’anticamera del Sinedrio tra il cieco nato Bartimeo (interpretato dallo stesso Pizzol, autore sia del testo che della drammaturgia), la samaritana Veronica e la moglie di Zaccheo, convocati a Gerusalemme per testimoniare al processo a Gesù. Tutta la pièce è costruita attorno ai racconti dell’incontro di ciascuno di questi “personaggi minori” con il Nazzareno, costruiti in modo tale da far emergere, da ogni testimonianza, l’evidenza della natura divina di quell’uomo che in maniera diversa, ha cambiato la vita dei tre protagonisti.

Esemplare l’interpretazione che Pizzol fa del cieco. Sul palco l’azione si svolge attorno ai suoi movimenti, accompagnati e mimati dalle note del clarinetto del custode musicista, utilizzando tutti gli oggetti presenti a proprio piacimento, circondando con i suoi movimenti gli altri personaggi ed interagendo con il pubblico fino a portare Roberto (uno spettatore) in scena facendolo diventare il quarto personaggio.

Coinvolgente ed ironica, l’esibizione non manca di dare rilevanza alla grandiosità dell’intervento miracoloso che Gesù ha compiuto entrando nella storia, e che nell’uomo semplice come lo può essere un cieco nato, crea una sequela tanto spontanea che è impossibile negare che il miracolo sia accaduto, come recita la battuta finale di Pizzol-Bartimeo: “Io Gesù lo trovo anche al buio”.

(C.G.)
Rimini, 27 agosto 2010