116. Sussidiarietà e pubblica amministrazione

Press Meeting

Una ricerca sul livello di percezione del principio di sussidiarietà tra la popolazione svolta nel 2007 evidenzia che il 20% degli intervistati è a conoscenza di questo termine, pur non sapendo enucleare il concetto con parole proprie. Così Carlo Lauro, direttore del dipartimento Matematico-statistico dell’università di Napoli introduce l’incontro delle 11.15 in Sala B7. Riferendosi al tema dell’incontro ha affermato che la sussidiarietà, oltre che divenire più familiare come concetto, “dovrebbe costituire la bussola per la riforma della pubblica amministrazione”.

“La relazione apparentemente impossibile tra due sistemi, oggi finalmente può avvenire – ha sottolineato Andrea Ranieri, assessore alla cultura e innovazione del Comune di Genova – purché si rompa l’antico dualismo tra Stato-Pubblica amministrazione e cittadino-persona, secondo cui al primo competerebbe la cura dell’interesse pubblico mentre il secondo perseguirebbe un interesse particolare privato. La sussidiarietà può affermarsi nelle relazioni tra cittadino e Stato se si supera la concezione per cui la pubblica amministrazione è una macchina di produzione di attività e servizi, trasferendo invece ai cittadini la responsabilità di tale produzione. Puntare solo miglioramento dell’attività della pubblica amministrazione non permetterà il cambiamento a favore della sussidiarietà”.

Francesco Verbaro, segretario generale del Ministero del lavoro, ha esordito evidenziando che i soggetti che svolgono attività considerate di pubblica amministrazione, anche nell’economia, sono circa diecimila. Quasi cinque riforme generali di pubblica amministrazione si sono susseguite negli ultimi quindici anni. “È giunto il tempo di rispondere con la sussidiarietà, non con ulteriori normative di riforma, ma diventando protagonisti. Il nuovo ruolo della pubblica amministrazione è quello di offrire opportunità, reti di informazioni e servizi ai cittadini: una diversa missione che presuppone anche cittadini disposti ad interagire con essa da protagonisti”.

La possibilità concreta di avviare un diverso rapporto tra l’istituzione e il cittadino nel segno del principio di sussidiarietà ha trovato conferma nell’esperienza della Lombardia, riferita da Roberto Albonetti, direttore del settore formazione e istruzione della Regione. “Fare pubblica amministrazione – ha sottolineato – significa valorizzare relazioni sociali esistenti. Ci sono problemi che si possono risolvere nella stessa società civile, se l’amministrazione mette a disposizione risorse e strumenti che permettano alle persone di unirsi per risolverle”. Albonetti ha anche portato come esempi il sistema delle scuole di formazione professionale – sottoposte a criteri di valutazione secondo il livello di apprezzamento conseguito presso l’utenza – e le forme di sostegno economico alle famiglie per l’istruzione (dal buono scuola alla “dote”)”. Il dirigente ha infine tratteggiato alcune linee di indirizzo per un cambiamento della pubblica amministrazione: federalismo fiscale, nuove modalità di reclutamento e gestione del personale e valutazione di risultati invece che di soli obiettivi”.
“Conoscere, sperimentare, connettere e rischiare”: con quattro verbi Salvatore Taormina, segretario generale della Regione Sicilia e moderatore dell’incontro, ha riassunto sinteticamente le condizioni per continuare il cambiamento in atto nella pubblica amministrazione.

(M.B.)
Rimini, 28 agosto 2008