«Ai miei amici ospiti». Testimonianza di Barbara Gandolfo sul “Figliol Prodigo” di Arturo Martini

Agosto 2022
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22 AGOSTO 2022 - «Ai miei amici ospiti»
Testimonianza di Barbara Gandolfo sul “Figliol Prodigo” di Arturo Martini

Di Giancarlo Cervino
«Ai miei amici ospiti». Con questa espressione, si rivolgeva Arturo Benvenuto Ottolenghi, pronipote di Jona Ottolenghi, negli anni ’30 agli ospiti dell’allora “Ricovero Ottolenghi in Acqui”, oggi divenuto Casa di Riposo “Jona Ottolenghi” Ipab, che ospita la monumentale realizzazione di Arturo Martini, “Il figliol prodigo”, del 1929, esposta al Meeting.
Barbara Gandolfi, attuale presidente del Consiglio d’amministrazione della Casa di Riposo Ottolenghi, ha portato una toccante testimonianza dell’importanza dell’esposizione dell’opera suddetta nella «piazza virtuale» del Meeting per permettere la sopravvivenza nell’era post COVID-19, di un’istituzione che non è solo un luogo di accoglienza fondamentale per i bisognosi della cittadina piemontese, ma anche un meraviglioso edificio del XIV secolo interamente ristrutturato negli anni ’30 dal genio dell’architettura razionalista italiana Marcello Piacentini che ospita un grande numero di opere d’arte del ‘900 italiano ed in cui la realizzazione di Martini «trova pace» in una collocazione naturale in cui può esprimere tutto il suo pathos nel messaggio evangelico di accoglienza.

Arturo Martini affermava che le sue opere erano «precise in testa» e cioè nascevano già con una missione ben definita nella sua testa. “Il figliol prodigo” nasce come un gesso e divenne una scultura in bronzo per idea di Iso Peruzzi che la vide per la prima volta al lume di una candela dello studio di Vado di Martini che era privo di corrente elettrica.
Una storia affascinante dell’opera di acquisto e ristrutturazione del complesso residenziale da parte di Arturo Benvenuto Martini, filantropo, e di sua moglie Herta Ottolenghi de Wedekind, la quale desiderava offrire «sollievo, cultura e bellezza ad un mondo triste, cupo, buio e privo di felicità» quale era l’Europa appena uscita dal dramma della Grande Guerra. Una testimonianza di amore per l’uomo e l’arte di sconvolgente attualità anche ai giorni nostri.