In Regione a Bologna la mostra “Dall’amore nessuno fugge”

Settembre 2024
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L’emergenza carceri è all’ordine del giorno. Mentre la politica si divide sui provvedimenti da prendere, in questi giorni i riflettori si sono nuovamente accesi sulla mostra “Dall’amore nessuno fugge”: presentata al Meeting nel 2016, racconta l’esperienza delle carceri senza sbarre nata in Brasile e riconosciuta dall’Onu come eccellenza a livello mondiale.

La sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha ospitato la mostra - che ha registrato grande successo di pubblico - e un convegno a cui hanno partecipato detenuti, operatori, volontari e politici, tra i quali il sottosegretario alla Giustizia Ostellari (Lega) e la deputata Debora Serracchiani (Pd).

L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Associazione Papa Giovanni XXIII, i volontari che prestano servizio nelle CEC (Comunità educante con i carcerati), la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti (Pd), e la consigliera regionale Valentina Castaldini (Forza Italia).

Le CEC sono “case aperte” dove i detenuti scontano la pena affrontando un percorso educativo in cui prendono coscienza del male compiuto, si misurano con una proposta di fede offerta alla loro libertà, lavorano, vengono inseriti in una rete di rapporti con il territorio. Antonio, uno degli ospiti della Cec, ha detto: “Nella comunità ho preso coscienza che il male commesso non è l’ultima parola sulla mia vita, che l’uomo non è il suo errore. E la mia esistenza è ripartita”.

A fronte dei reiterati allarmi sul sovraffollamento carcerario, l’esperienza delle Cec si propone come un’esperienza che le istituzioni dovrebbero sostenere perché capace di realizzare l’obiettivo dell’articolo 27 della Costituzione, molto citato ma scarsamente realizzato: “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. Un’esperienza che offre ai detenuti luoghi dove l’umanità può rifiorire, dove possono misurare la convenienza del bene e sentirsi guardati nella loro dignità di persone amate: c’è da sperare che le istituzioni sappiano valorizzarla e sostenerla, nel segno di una sussidiarietà lungimirante. (Giorgio Paolucci)