Chi siamo
Guerra e pace
‘I pittori, gli scultori, gli artisti e i poeti sanno che la loro è testimonianza della coscienza dell’uomo, e che, anche in tempo di guerra, aspira a una cultura di pace. E della pace hanno bisogno come dell’aria e della terra, come del sogno e della realtà. Da qui è nata l’idea di una mostra d’arte contemporanea cui partecipino autori delle nazioni direttamente coinvolte sui due fronti nella guerra del Golfo. E’ un simbolico incontro di pittori e scultori della “coalizione” che si ritrovano qui, attraverso le opere, con gli altri colleghi dell’area medio-orientale. E’ un gesto simbolico, un richiamo emblematico attraverso il quale, nella stessa mostra, si ristabilisce il “diritto internazionale degli artisti” a parlarsi e parlare alla gente. Ognuno dei partecipanti porta un saggio del proprio lavoro abituate, senza forzature tematiche. Non sono queste, quindi, opere sulla pace, bensì opere per la pace. Evocano la speranza e lo spavento, la dolcezza e l’asprezza, le contraddizioni e l’appagamento dell’attuale condizione umana, vista dagli occhi partecipi e acuti degli artisti. Pur nella diversità di culture, esperienze, giudizi ed opinioni, gli artisti hanno inteso proclamare con questa iniziativa il loro diritto e dovere di rifiutare ogni “ragione” e ogni argomento della violenza. Hanno inteso affermare, con il loro talento e il loro impegno plastico ed espressivo, le potenzialità positive dell’uomo e della pace contro la negatività e la disumanità della guerra. Ai visitatori è chiesto di guardare queste immagini per ciò che esse sono davvero; non come una serie di manifesti, non come illustrazioni raccontate, non come didascalie figurali del nostro quotidiano, ma come fatti insieme plastici e poetici, tracce profonde d’emozione e sentimento, come opere d’arte. E anche, e insieme, come gesti umani di speranza e di consapevolezza. La mostra raccoglie opere degli italiani Gioxe De Micheli, Fabrizio Merisi, Giancarlo Nucci, Agostino Pisani; dei curdo-iracheni Fuad Ali e Azad Nanakeli; dell’iracheno Fauzi Al Delmi; del francese Daniel Bec; dello statunitense Robert Carrol: dell’inglese Rod Dudley; dell’iraniano Mansoor Farahpoor; dell’israeliano Baruch Kadmon; dell’egiziano Medhat Shafik.’