DIVINA LITURGIA IN RITO BIZANTINO SLAVO

Celebrano: Padre Romano Scalfi e Padre Rostislav Kolupaev. Con il Coro di Russia Cristiana.

 

Omelia

PADRE ROMANO SCALFI:
Abbiamo sentito dal Vangelo, nella parola di Cristo, che oltre alle beatitudini ci sono anche i “guai”, “guai a voi”, però la consistenza delle beatitudini è superiore alla cattiveria, alla nostra miseria, al nostro peccato, perché Cristo è venuto soprattutto per salvare, non soprattutto per condannare, la condanna, eventualmente, ce la tiriamo noi, con la nostra volontà. Ecco allora come dobbiamo seguire la responsabilità di ognuno di noi a trasformare ciò che umanamente è cattivo e male, a trasformarlo in qualche cosa di buono per noi e per tutti.
Abbiamo sentito nella prima lettura che la nostra speranza è grande, perché confidiamo nel Signore, non nelle nostre forze, perché abbiamo a portata di mano l’onnipotenza di Dio, il suo amore infinito, la sua attenzione per ciascuno di noi e per tutti.
Certamente non c’è niente nella vita spirituale che sia meccanico, non è che automaticamente debba vincere la vita sulla morte, dipende anche da noi. Dostoevskij diceva che dall’inizio dell’umanità fino ad oggi continua la lotta di Dio contro il demonio, e il campo di battaglia è il cuore dell’uomo. Siamo sicuri della grazia, un po’ meno sicuri del nostro cuore. Sicuri del suo amore, un po’ meno della nostra fedeltà, ma sappiamo che abbiamo la capacità di inserirci non soltanto in qualche cosa di grande, ma in qualche cosa di divino e che abbiamo Cristo con noi. E che la nostra potenza non viene dai nostri meriti, come ci ricordava San Paolo, ma deriva dal fatto che l’Incarnazione, la Morte e Resurrezione di Cristo ci ha uniti intimamente alla sua natura, per cui ogni cosa semplicemente umana può diventare divina. Noi siamo chiamati a trasformare l’umano in eterno, diceva Sant’Andrea di Creta, ogni istante è trasformato in eterno, radicato nell’eterno, appunto perché è radicato in Cristo che è in noi. Questa è una grande responsabilità tra noi, anche una grande consolazione. Non ci sono condizioni che possano finir male, tutto può essere a nostro vantaggio, non è che non esista il male, ma come la croce è stata trasformata in strumento di salvezza per tutti, così il male che incontriamo può essere trasfigurato, perché diventi una potenza di grazia per noi e per il mondo. Stiamo celebrando la Divina Liturgia che è la testimonianza vivente di questa presenza concreta di Cristo. E’ bello pensare che in questo ultimo tempo, la teologia orientale degli ortodossi, sia greci che russi, si chiama con molto fondamento “teologia eucaristica”, perché, dicono, dobbiamo partire dal cuore del cristianesimo. Qual è il cuore del cristianesimo? E’ Cristo!
L’eucarestia è l’espressione più evidente di questa presenza che salva. Facciamolo anche noi, per il nostro ecumenismo, perché tutti siamo chiamati a portare il nostro contributo all’unità delle chiese. Qual è il bello dell’unità? L’unità la fa Cristo, non la facciamo noi, o meglio la facciamo noi in Cristo. Quanto siamo efficaci, quanto siamo fecondi, quanto è profonda la nostra intimità con Lui, quanto più concretamente nella nostra vita lo intravediamo e lo viviamo accanto a noi.
Non c’è istante quindi che non possa essere un contributo all’unità dei credenti. Si parla appunto dell’unità in nome dell’Eucarestia, in nome della presenza concreta di Cristo che in modo evidente è durante la Divina Liturgia, ma poi si espande su tutto il mondo, si espande su ogni istante della nostra vita, basta riconoscere questa presenza, ringraziare per questa presenza, vivere questa presenza che ci edifica e ci porta a condividere la stessa natura di Cristo, la stessa bontà, lo stesso amore, la stessa onnipotenza. Per questo preghiamo quest’oggi tutti insieme, con immensa fiducia, perché s’affretti il compito dell’unità. L’unità non è una tecnica per andar d’accordo, cristianamente parlando, non è neppure fondata su disposizioni morali: l’unità è Cristo che la fa, la facciamo in Cristo, e ogni giorno può essere un grande contributo, perché finalmente avvenga ciò di cui ha tanto bisogno il mondo, che i cristiani si trovino uniti nell’unità del Signore ed amino il prossimo come lui ci comanda.

(Trascrizione non rivista dai relatori)

Data

24 Agosto 2011

Ora

20:00

Edizione

2011
Categoria
Incontri