Tecnologia, passione, formazione

Press Meeting

Introducendo l’incontro “Tecnologia, passione, formazione!” (ore 12:30, Spazio “What? Macchine che imparano” Piazza A5/C5) Maurizio Carvelli, consigliere delegato di Fondazione CEUR, fa notare come il tema possa all’apparenza avere poca attinenza con l’intelligenza artificiale. Ma subito aggiunge: «Ma qualunque studio e lavoro di ricerca ha alla sua radice il lavoro e l’impegno di chi lo ha immaginato e fatto».
Il primo protagonista, Matteo Guarrera, è un giovanissimo studente di ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, nonché membro del gruppo di Camplus, che ha messo a punto i droni ora esposti nella mostra. «Il progetto è stato di lavorare per superare le semplici nozioni che ci dava l’università e confrontarle con il reale, rendendole oggetti funzionanti». Un gruppo di una quarantina di studenti, non solo elettronici, ma anche informatici, fisici, matematici, ha scommesso su tale idea, passando attraversando fallimenti e successi, fino ad ottenere il risultato. L’entusiasmo e la voglia di mettersi alla prova, oltre alla competenza, sono state le componenti fondamentali. Per il gruppo è stato come intraprendere un viaggio: «Avevamo un’idea e siamo stati aiutati a “prendere il largo”», racconta Matteo. «Nella vita capita spesso di trovarsi davanti ad un bivio. Io, dovendo scegliere, prendo sempre la via che appare più difficile. Certo, c’è il rischio del fallimento, ma se cado preferisco cadere in avanti, cioè capire cosa ho sbagliato».
Il concetto è stato ripreso dal secondo relatore, Jader Francia, imprenditore informatico, titolare di D’vel Snc, che ritiene indispensabile la ricerca di una strada per definire la propria vita: «Cercare ogni giorno qualcosa che ci stimoli a nuove sfide: e non sto parlando di tecnologia fine a se stessa». L’evoluzione di macchine intelligenti, per poter fare cose più intelligenti e valorizzare il capitale umano, è l’obiettivo che ispira la nuova impresa che il relatore sta avviando a Palermo, dove esiste un capitale umano ma occorre trovare un luogo di suo impiego e valorizzazione. E questo con contatti on line: la forma di lavoro da casa propria è ormai possibile, reale e diffusa.
Una caratteristica comune ai due relatori è l’entusiasmo e la passione per quanto stanno facendo e la consapevolezza di poter in ogni momento, accorgendosi di un errore, correggere e ripartire. Analoga è anche la curiosità, il voler scoprire cose nuove, valore sottolineato in chiusura da Carvelli: «L’università è importante perché ti porta ad un livello superiore. Ma l’importante è la curiosità. Se uno rimane curioso, avrà sempre la capacità di rimanere in movimento».

Scarica