Resurgence: progettare il futuro delle città

Redazione Web

Resurgence: progettare il futuro delle città

Vivere e ripensare la città

 

Rimini, 24 agosto 2023 – Cosa c’entra l’amicizia inesauribile con la riqualificazione urbana? Il Meeting per l’amicizia fra i popoli 2023 dedica una mostra e un incontro a questo tema, partendo dall’idea che la città è lo spazio delle relazioni, dell’amicizia, il luogo dove ognuno cerca il significato della propria vita. Di fatto rigenerazione urbana e rigenerazione culturale e sociale sono intimamente connesse.

Luigi Benatti, architetto partner Studio TECO+, moderatore dell’incontro, afferma che «la rigenerazione urbana è un tema caldo perché le città hanno avuto delle espansioni travolgenti che hanno lasciato dei “cadaveri”, delle periferie degradate spesso non utilizzate secondo l’idea originale. Dobbiamo ripensare questi spazi, avviarli verso una rinascita. Le città, e in particolare le megalopoli, attraggono i turisti e ormai sono un soggetto che interessa tutti. Chiediamo ai relatori di introdurci a questo tema».

Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, spiega: «La mia città sta affrontando questa sfida come pilota, un piccolo laboratorio della complessità. Ripensiamo le città in modo da ridurre e non alimentare i conflitti. Le città raccolgono le contraddizioni della società: le differenze tra le aree di Scampia e Chiaia sono più forti di quelle tra due regioni. La rigenerazione dei quartieri centrali, come il quartiere Sanità, è stata avviata grazie al turismo. I quartieri periferici sono altrettanto importanti. Il progetto “Restart Scampia” è un progetto ad ampio respiro: è stata progettata una università innovativa, dei servizi di prossimità, nuove opportunità. È stata fatta una coprogettazione con gli stessi abitanti, che si sono sentiti coprotagonisti».

Il moderatore sottolinea che «la rigenerazione di una città è una missione ciclopica che gli amministratori non riescono a completare durante il loro mandato».

Mario Occhiuto, senatore della Repubblica, presidente Fondazione Patrimonio Comune, asserisce che «le città hanno un’aspirazione all’eternità. La Fondazione lavora sul tema della rigenerazione urbana supportando i sindaci nel loro compito. Il tema della sostenibilità riguarda l’altruismo, mentre le città degli anni ’70 e ’80 erano città egoiste: pensiamo all’introduzione delle auto. Le città sono la più grande invenzione dell’uomo e l’amicizia è quel senso della condivisione che nella città trova il suo spazio. L’edilizia popolare e collettiva ha generato invece un degrado urbano travolgendo le città. Come trasformiamo le città? Come ex sindaco di Cosenza penso alla realizzazione del “viale del Benessere” al posto delle strade carrabili. Abbiamo realizzato delle opere pubbliche importanti pensate per i giovani».

Benati cita la città di Bogotà, dove è stato sviluppato un sistema di teleferiche urbane per rigenerare la mobilità, e chiede a Marco Piuri, direttore generale FNM e amministratore delegato Trenord, quale sia il ruolo della mobilità nella rigenerazione urbana. Piuri introduce FILI, «uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana ed extraurbana in Europa. La mobilità richiede una forte digitalizzazione: la rete di mobilità deve essere una riconnessione dei luoghi, come il progetto FILI sulle stazioni Cadorna e Bovisa di Milano. Si tratta di un progetto che interviene su aree fortemente antropizzate dotandole di aree verdi e strutture sportive: il messaggio è “vieni a prendere una boccata d’aria in centro a Milano”».

Il moderatore chiede ad Occhiuto di intervenire sul tema «la città come luogo di speranza». «La città è luogo del passato ma anche luogo di una proiezione futura», osserva il relatore. «Chi progetta le città del futuro, chi le ripensa, deve integrare questo tema della socialità. Le città, un tempo invase dalle auto, ci spingevano ad andare verso l’esterno. Che senso ha avere una casa super-confortevole se poi la città non ci permette di uscire perché inquinata? Se la città si trasforma secondo le aspirazioni positive dell’uomo diventa un luogo accogliente e di speranza».

«I punti nodali della città», osserva Benatti, «sono le stazioni». Come questi punti di interconnessioni tra città e mobilità diventano un punto rigenerativo? «Spesso», riconosce Piuri, «le stazioni sono non-luoghi. Invece muoversi significa mettersi in relazione. Il viaggio, anche quello di tutti i giorni, ha una dimensione di socialità e relazione. Chi guida il mezzo mette in relazione le persone. Il tema della transizione è abusato ma la sfida della mobilità si vince ascoltando il bisogno e coinvolgendo le persone. In questo percorso la transizione antropologica è rimettere al centro la relazione».

Il “Real Albergo dei Poveri” a Napoli è un esempio emblematico di rigenerazione. «Ma qual è il centro di questa riqualificazione? Certamente qualcosa che possa rispondere alle speranze dei giovani». Il sindaco spiega che «questo era la grande utopia di Carlo III, che voleva costruire il palazzo più grande d’Europa, una casa per i poveri, dove potessero essere vestiti e imparare un lavoro. Attiva fino agli anni ’70, oggi è oggetto di una riqualificazione. Cosa significa oggi questa missione? Dare un futuro ai giovani vuol dire dare loro una conoscenza, costruire un luogo di informazione, formazione, generazione di impresa. Sarà la casa della nuova scienza dove trovare e leggere dei libri, vedere delle esposizioni permanenti e temporanee, creare incubatori d’azienda, con spazi di co-working. C’è inoltre una zona sportiva che verrà preservata perché lo sport è socialità ed educazione. L’obiettivo è mischiare le persone (Carlo III aveva diviso maschi e femmine). Un edificio città».

In conclusione il moderatore invita i partecipanti alla mostra e ricorda che il tema in oggetto riguarda tutti e non solo gli addetti ai lavori.

(G.P.)

 

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