#quellicheripartono dalla sussidiarietà e dalla sostenibilità

Redazione Web

Rimini, martedì 18 agosto – Di fronte al dramma della pandemia, c’è forte bisogno di ripartenza. Ma chi sono quelli che ripartono? La domanda è stata posta nell’ambito del Talk Show Live a cura di Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con ASviS, CDP – Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Symbola, condotto dai giornalisti Massimo Bernardini e Enrico Castelli, “Pandemia 2020: da dove si ricomincia?”. Nel dibattito si è provato a raccontare la voglia che c’è di “ripartire e rischiare”, in modo particolare attraverso due strumenti fondamentali per raggiungere una buona economia: la sussidiarietà e la sostenibilità.

«La sussidiarietà significa che io voglio che il mondo sia bello; di conseguenza ci si mette insieme per fare», ha subito spiegato Giorgio Vittadini, fondatore e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. «Ci si dimentica che la sostenibilità ha 17 obiettivi, all’interno dei quali ci sono tutti i presupposti che il mondo sia bello», ha continuato. «Ambiente, lavoro, disuguaglianza, parità di genere: tutto ciò che nasce dal basso e mette insieme le persone è sostenibilità e sussidiarietà. Che non è un sogno ma l’esperienza che ha permesso agli uomini in tutti questi anni di vivere». Ma cosa succederà, ad esempio, tra cento anni? L’interrogativo risuona tra il serio e il faceto attorno a un divertente video di fantascienza nato dal genio di un gruppo di giovani video-maker, in cui si inscena un mondo del 2130 totalmente governato dalla sussidiarietà, con risultati sorprendentemente positivi.

In ogni caso, è sbagliato piangersi addosso. Per il presidente Fondazione Symbola Ermete Realacci, infatti, «in Italia abbiamo molti punti di forza: siamo di gran lunga la superpotenza dell’economia circolare. Recuperiamo il doppio delle materie prime della media europea. Questo ci fa risparmiare ogni anno 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e 57 milioni di tonnellate di Co2». È necessario allora parlare di sviluppo sostenibile, ciò che «consente alla generazione attuale di soddisfare i propri bisogni permettendo a quella successiva di fare altrettanto», ha spiegato Enrico Giovannini, portavoce ASviS. «Negli ultimi settant’anni non l’abbiamo fatto, si pensava che bastasse un’economia lineare e non circolare», ha proseguito. «Ma il Papa nella “Laudato Si’” ricorda che la cultura che genera scarti fisici è la stessa che genera gli scarti umani». Un futuro perciò da guardare con occhio attento e realista. «Per pensare si deve partire dai problemi del presente», ha spiegato Nadia Urbinati, politologa della Columbia University. «Necessità di crescita e preservazione della natura devono andare insieme. Ma è questo l’aspetto più difficile».

Tra gli interventi di esperti come il sondaggista di Ipsos Nando Pagnoncelli, la sociologa Chiara Saraceno e la responsabile del settimanale del Corriere della Sera Buone Notizie Elisabetta Soglio, il presidente emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante ha spiegato che «non si ragiona per eccesso di sospetto e sfiducia, la fiducia è essenziale per la Sussidiarietà. Il contrario della fiducia è l’accentramento dei poteri, ma oggi è difficile governare un mondo complesso soltanto con il potere centrale», ha proseguito. «Il problema della ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra Stato e società, tra politica e cittadini, credo che sia fondamentale».

 

(F.G.)

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