Lo stato di salute del sistema economico Italia

Sofia Bronzetti

Rimini, 23 agosto – Qual è lo stato di salute del nostro sistema economico? Nel Salone Intesa Sanpaolo B3, Bernhard Scholz, presidente Cdo, ha condotto il dialogo sul tema “Situazione, risorse, attrattività del sistema economico italiano” con Giovanni Tria, ministro dell’Economia e delle Finanze. Gli interventi di Alberto Brugnoli, professore di Economia Applicata all’Università degli Studi di Bergamo e direttore scientifico Fondazione per la Sussidiarietà, e di Fabrizio Palermo, AD e direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti.

Brugnoli ha esposto con chiarezza estrema quanto è emerso dall’ultimo rapporto per la sussidiarietà. Ha aperto con la descrizione del contesto con cui le imprese italiane si trovano a fare i conti: mutamento del quadro antropologico, forte impatto dei temi della sostenibilità, digitalizzazione organizzativa territoriale, dinamica demografica segnata da calo delle nascite e aumento della speranza di vita. Il professore ha così concluso: «L’impegno del sistema delle imprese va nell’orizzonte dello sviluppo sostenibile che a noi sembra sinonimo di bene comune. Tutto questo porta alla promozione della cultura della sussidiarietà con un’attenzione particolare alla formazione, dando valore formativo all’apprendistato».

L’introduzione di Palermo ha chiarito al pubblico la natura e la funzione della Cassa Depositi e Prestiti: «Promuovere la crescita sostenibile dello sviluppo dei paesi offrendo una vasta gamma di prodotti finanziari a soggetti pubblici e privati». In particolare raccoglie il risparmio postale per reinvestirlo nella quotidianità. «Per raggiungere i nostri obiettivi», ha spiegato Palermo, «seguiamo due principali linee strategiche: sostegno a soggetti pubblici e sostegno al settore privato. Ora Cdp ha assunto degli ingegneri per sostenere la progettualità, altrimenti la parte finanziaria non basta più». Anche la cooperazione internazionale per paesi in via di sviluppo, «sempre nella logica della sostenibilità», rientra tra gli obiettivi di Cdp. In chiusura il manager ha precisato: «È prioritario per noi creare opportunità per tutta la rete di aziende che lavorano attorno a un progetto. Ad esempio, con Eni, ci siamo spinti verso aziende impegnate nella riconversione dei rifiuti. Collaboriamo anche con i nostri omologhi di altri paesi come Germania e Francia, ma anche con paesi in via di sviluppo come la Tunisia».

Il dialogo con il ministro Tria parte proprio dalle riflessioni attorno a quanto introdotto: «Mi ha fatto impressione la relazione sulla sussidiarietà prima proposta» ha esordito, poi considerando come lo stesso principio vada ripensato nel quadro globalizzazione, perché «l’iperconnetività è positiva, ma può creare disuguaglianza in un processo di disintermediazione col territorio,  portando a legami deboli tra le persone e le imprese». Sono decisive, perciò, politiche a livello globale. La crescita dipende dall’aumento del debito? «Dipende dagli investimenti», ha risposto il ministro. «In questo momento c’è un eccesso di liquidità, ma non ci sono gli investimenti, a motivo del rischio introdotto proprio dal processo di globalizzazione. Dobbiamo creare le condizioni per una maggiore probabilità di investimento privato, anche attraverso l’investimento pubblico». Considerando poi il parametro della crescita del deficit come indice di salute del sistema economico, da ministro ha dichiarato: «In Italia non mancano i fondi, che ci sono da anni. Persistono forti difficoltà nel tradurli in investimento: dobbiamo cambiare le regole». In tal senso Tria ha parlato della sua proposta, per un periodo, «di ritorno alla direttiva europea sugli appalti pubblici per eliminare la sovrastruttura di regole che le abbiamo messo attorno».

Altro problema è la capacità dell’amministrazione pubblica di progettare correttamente e implementare progetti a livello pubblico nazionale e locale. La capacità tecnica, distrutta negli ultimi decenni, va ricostruita per far ripartire gli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, creando «l’ambiente perché gli investimenti trovino maggior rendimento». Ad aggravare il quadro, secondo Tria, sono poi «i molti vincoli legali che spesso, da procedimenti amministrativi, diventano civili e penali». Per favorire gli investimenti è necessario anche ridurre il carico fiscale. Qual è il prelievo conveniente? «Meglio ridurre le imposte dirette e aumentare quelle indirette. Spostare la pressione fiscale dalle persone alle cose».

Il quadro che ha delineato il ministro ha toccato poi il tema delle politiche monetarie mondiali. Quali riflessi avranno sull’Unione europea? «Nella mia esperienza ho visto un processo di disgregazione dell’Europa che non viene certo dal dibattito italiano: c’è una parte di paesi che non vuole precedere nel processo di integrazione. Certo i cambiamenti che si verificano a livello globale hanno riflessi anche in Europa, perciò io spero che si possa ritornare a ripensare a strategie comunitarie a livello di Unione».

La domanda finale di Bernhard Scholz ha toccato il tema della comunicazione: «C’è una via per comprendere la complessità delle tematiche che abbiamo toccato stasera?». Il ministro ha risposto che «è facile far passare delle narrative su cose che non esistono. L’unica verità è che è difficile trovare soluzioni al problema del mondo che cambia così velocemente».

(G.L.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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