Leader ma non lo sappiamo. La ricerca clinica in Italia

Redazione Web

Leader ma non lo sappiamo. La ricerca clinica in Italia

 

Rimini, 23 agosto 2023 – Mattia Altini, presidente Società italiana di Leadership e Management Manager in Medicina (SIMM), direttore dell’Assistenza ospedaliera della Regione Emilia-Romagna, modera al Meeting per l’amicizia fra i popoli l’incontro “Leader ma non lo sappiamo. La ricerca clinica in Italia”.

Apre il panel Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR): «Perché questi cervelli vanno all’estero? Perché vogliono portare avanti in modo indipendente la propria ricerca. I giovani vogliono essere leader e per esserlo hanno bisogno di libertà. Per formarli nella leadership occorre dare loro responsabilità». E aggiunge un tratto personale: «La ricerca clinica sposa la scienza e arriva l’incontro con il paziente, strumento di amicizia e fratellanza: per me costruire un robot che fa camminare le persone è una grande preghiera».

Per Marcello Cattani, presidente Farmindustria, «il rischio che abbiamo è quello di gestire la ricerca con le regole del passato e questo è un boomerang. Pubblichiamo pochi brevetti, dobbiamo fare sì che se ne pubblichino di più. Servono nuove regole. Oggi l’Ema approva un nuovo farmaco: in Germania è disponibile dopo due mesi, in Italia dopo quattordici».

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, professore di Pediatria generale e specialistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, definisce i fondi Pnrr «un Piano Marshall della ricerca, mai avuto prima d’ora. Non dobbiamo sprecare questa opportunità. Oggi le frontiere sono: medicina personalizzata, farmaci viventi, chirurgia molecolare. Occorre tenere presente la possibilità di accesso alle terapie per chi vive in paesi meno floridi del nostro. Facciamo sì che questo mondo sia connotato da uguaglianza senza disparità territoriali».

Paola Burioli, dirigente alla Ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico e formazione nell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori (IRCCS), spiega: «Gli IRCCS sono sistemi dove la ricerca clinica vive a fianco del paziente. Cerchiamo soluzioni innovative da mettere a disposizione dei nostri pazienti». E rilancia: «Mi piacerebbe avere degli influencer della Ricerca e innovazione, trasferimento tecnologico».

Carlo Nicora, vicepresidente Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO), direttore generale Istituto Nazionale Tumori Milano: «Gli italiani durante la pandemia hanno capito la ricerca clinica: avere i farmaci o i vaccini ha fatto la differenza. La ricerca clinica ha valore perché permette di offrire nuove speranze di vita. La ricerca clinica obbliga a un rigore metodologico che aumenta la qualità assistenziale».

A conclusione dell’incontro, Altini chiede: «Quale iniziativa sosterreste per andare incontro a questo sistema-insieme?».

Carrozza affronta il tema delle terapie digitali ed afferma: «Abbiamo di fronte una grande opportunità. Invece di utilizzare la rete per giocare su chatGPT perché non la utilizziamo per curare meglio i pazienti cronici, fragili? Dobbiamo dare delle risposte e la tecnologia lo può fare».

Nicora conclude: «La ricerca clinica ha nella circolazione libera dei dati un bisogno vitale più o meno come il nostro sangue ha bisogno di un’adeguata e continua saturazione di ossigeno. La ricerca clinica in sanità è un elemento di valore per i nostri pazienti».

(G.C.)

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