Le riforme istituzionali

Redazione Web

Le riforme istituzionali

Cooperare per un’amicizia inesauribile

 

Rimini, 24 agosto 2023 – Il bisogno di rendere più efficiente la macchina statale, definendone l’architettura istituzionale, è sempre all’ordine del giorno. Negli anni sono state avanzate diverse proposte di riforma, che andavano dall’eliminazione del bicameralismo perfetto, al presidenzialismo, all’autonomia differenziata delle regioni. Queste ultime due, in particolare, sono al momento di grande attualità. L’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, come è nella sua natura, vuole dare un contributo attraverso un confronto libero tra diverse appartenenze politiche, patrocinando l’incontro “le riforme istituzionali” al Meeting per l’amicizia fra i popoli. Introduce Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà; modera Paolo Del Debbio, giornalista, conduttore tv e docente di filosofia alla Iulm. Numerose le riflessioni e preziosi i contributi offerti dagli ospiti convenuti nel dibattito.

Prende la parola Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Repubblica, Lega Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione: «L’autonomia differenziata è una riforma giusta, che va fatta; essa garantisce il livello minimo delle prestazioni in tutte le Regioni, ma poi consente alle singole Regioni, che ne farro richiesta, di avere un’autonomia gestionale rispetto alle prestazioni che non rientrano in quelle minime garantite per tutti».

Interviene Francesco Boccia, senatore, presidente del Gruppo Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, responsabile Autonomie Territoriali ed Enti Locali, Partito Democratico, che dichiara: «L’attuale maggioranza dovrebbe trovare insegnamento dagli errori del passato. Chiediamo che provvedimenti seri di riforme istituzionali vengano presentati e discussi in Parlamento e non solamente ratificati; decidere cambiamenti cosi seri per il paese richiede un consenso generalizzato».

«La realtà è un po’ diversa da quella che l’attuale governo vuole presentare; come loro intendono l’autonomia differenziata è una riforma non buona, in quanto aumenta il dislivello, già molto diffuso, tra le Regioni e aumenta disuguaglianze tra i cittadini», sono le parole di Stefano Patuanelli, Senatore, presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle.

Segue Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera dei Deputati, Italia Viva, che afferma: «Noi siamo a favore dell’autonomia differenziata, ma non esattamente con il ddl Calderoli; la proposta dell’attuale maggioranza non aiuta a semplificare le cose, ma le complica ulteriormente».

Interviene Tommaso Foti, capogruppo alla Camera dei Deputati, Fratelli d’Italia: «Ho la sensazione che i colleghi di centro-sinistra, in questa sede, stiano rinnegando ciò che invece anni prima, con Stefano Bonaccini, hanno provato a fare, ossia l’autonomia differenziata. Se si vuole trovare un punto di equilibrio, è bene che tutti i gruppi parlamentari dialoghino seriamente e in maniera costruttiva, senza ideologie e posizioni pregiudiziali».

«Siamo in una fase istruttoria, gli emendamenti sono stati depositati, ma la discussione inizierà al nostro rientro in Parlamento; non esiste un progetto già deciso a tavolino; c’è la volontà e il bisogno di attuare riforme istituzionali, ma queste si realizzeranno nella misura in cui tutte le parti parlamentari, con serietà e senza demagogia, affronteranno le questioni dialogando e trovando delle strade e soluzioni comuni», replica Nazario Pagano, deputato al Parlamento Italiano, presidente della I Commissione, Forza Italia – Berlusconi Presidente – Ppe.

Maurizio Lupi, presidente Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, conclude: «Dell’incontro di oggi mi preme sottolineare una questione importante, ossia che la maggioranza, a settembre, porrà sul tavolo le riforme istituzionali. Sappiamo che le tematiche sono affrontate dai diversi gruppi in maniera differente con posizioni differenti, ma io auspico una forma di dialogo che metta insieme il più possibile, in modo tale che le riforme istituzionali, che in Parlamento saranno fatte, trovino comunque il maggior numero possibile di consenso».

Pertanto, riformare il nostro paese è certamente un’urgenza, ma per poterlo fare occorre la collaborazione e la cooperazione di tutti i gruppi parlamentari. C’è bisogno che tutti abbiano a cuore lo sviluppo del Paese e il benessere dei cittadini. Riformare il Paese vuol dire rintracciare i bisogni di oggi; quei bisogni che, realizzati, favoriscono l’esistenza umana e alimentano un’amicizia inesauribile.

(R.G.)

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