La libertà fa bene al mercato dell’energia

Press Meeting

Rimini, 26 agosto 2015 – Quindici anni di liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica, qualcuno in meno per quello del gas, hanno fatto bene all’economia e ai consumatori. Adesso occorre emancipare gli utenti, soprattutto quelli domestici, perché sappiano sfruttare il mercato e bisogna coniugare la competizione dei gestori con l’interesse generale. Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per energia elettrica gas e acqua ha presentato così, ieri pomeriggio, in sala C2, il suo programma di lavoro. L’occasione gli è stata data da un confronto a più voci con produttori, gestori e grossisti da anni impegnati nel settore energetico, coordinati da Michele Governatori, presidente dell’Associazione italiana di grossisti di energia e trader. Al tavolo dei relatori, amministratori delegati di aziende come Sorgenia (Gianfilippo Mancini), EP produzione (Luca Alippi), Gruppo Tremagi (Francesco Bernardi), A2A (Valerio Camerano). Con loro anche un politico, Ignazio Abrignani, vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera. Titolo dell’incontro: “Nostalgia del monopolio? Davide contro Golia”.
Il mercato dell’energia in Italia è un grande affare e la liberalizzazione ha provocato investimenti e nuova occupazione. Bernardi ha parlato di 250 nuove imprese e di 20-30mila occupati con circa 40 miliardi di fatturato, che contendono ai giganti Enel ed Eni 37 milioni di clienti per l’energia elettrica e 22 per il gas. Sono aumentati anche gli impianti di produzione di energia, dai 38mila del 2008 ai quasi 600mila di due anni fa. “Un settore, quello energetico – ha aggiunto Mancini – che potrebbe creare investimenti pari al 4 per cento del pil”.
“L’attuale sistema energetico – a detta di Alippi – funziona, e bisognerà continuare ad integrare le fonti convenzionali con quelle rinnovabili per garantire il backup e adeguare il quadro normativo ai cambiamenti di contesto”. La prova che il sistema funzioni, grazie anche alle grandi centrali, la si è avuta il 21 luglio scorso: il picco di gran caldo ha provocato una domanda di 60 gigawatt di potenza elettrica e la rete nazionale ha tenuto.
Ma l’ultimo anello della catena, il consumatore, soprattutto quello domestico, che Guido Bortoni ha chiamato “davidino”, il piccolo Davide, alle prese con i Golia del mercato, ha guadagnato da questa liberalizzazione? I relatori hanno detto che il prezzo dell’energia negli ultimi dieci anni è diminuito o comunque è restato stabile nonostante i provvedimenti a tutela dell’ambiente “e questo grazie al libero mercato – ha sostenuto Governato – nonostante l’Enel mantenga ancora una situazione di privilegio nella sua doppia veste di produttore/venditore e gestore delle reti locali”. Mancini, però, ha riconosciuto che, visto lo scarso margine di manovra sul costo effettivo dell’energia, i vantaggi non sono poi così evidenti per i consumatori e gli operatori hanno margini risicati. Forse è per questo che neanche un terzo degli utenti ha lasciato Eni ed Enel e che solo un dieci per cento di loro cambia gestore nel corso dell’anno. “La spinta delle liberalizzazioni – ha aggiunto Mancini – rischia di esaurirsi, considerato anche che il “turismo energetico” ha prodotto oltre un miliardo di euro di bollette non riscosse. Il cliente, comunque, deve continuare ad essere al centro delle nostre preoccupazioni”.
Abrignani ha parlato del decreto legge sulla concorrenza, che dovrebbe andare in discussione alla Camera entro il mese prossimo e che dovrà tener conto delle esigenze dei consumatori e delle richieste dei gestori. Per Abrignani l’“efficientamento energetico” è una strada efficace per ridurre i consumi, intervenendo sugli edifici con accorgimenti tecnici (isolamento termico, pompe di calore…).
Bortoni ha poi affrontato il tema dei “piccoli Davide”, i consumatori domestici che debbono passare da “sudditi silenti”, come erano ieri in regime di monopolio, ai cittadini consumatori di oggi. “Più che tutelare gli utenti – ha detto – bisogna mettere in campo misure che li portino ad essere in grado di saltare l’asticella dell’utilizzo virtuoso e confrontarsi con l’offerta. Infine, l’appello dell’authority a gestori, grossisti e trader perché rileggano alcuni versetti della Bibbia (“Non stendere la tua mano per prendere e non ritirarla invece nel dare”) e tengano unite “la legittima competizione con il perseguimento del bene comune”.

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