Il battito della comunità. La ricostruzione delle scuole dell’Emilia
dopo il terremoto del 20-29 maggio 2012

Press Meeting

Le scuole sono state colpite molto duramente dai terremoti del 20 e 29 maggio 2012, ma sono state ricostruite a tempo di record per dare ai ragazzi una sede dove riprendere non solo l’istruzione, ma un luogo di crescita. Il Meeting ha affrontato questo tema oggi pomeriggio nell’incontro delle ore 15 in sala Tiglio A6 “Il battito della comunità. La ricostruzione delle scuole dell’Emilia dopo il terremoto del 20-29 maggio 2012”.

 

Si è trattato di una relazione a più voci dei protagonisti di questa impresa: Patrizio Bianchi, assessore alla Scuola, Formazione Professionale, Università e Ricerca, Lavoro della Regione Emilia-Romagna; Manuela Manenti, responsabile unico del Procedimento Est e Pms della Struttura tecnica del commissario delegato alla ricostruzione; Emanuele Orsini, consigliere di FederlegnoArredo; Benedetto Renzetti, funzionario del Dipartimento della Protezione civile nazionale. Ha introdotto l’incontro Davide Poggi, direttore della Compagnia delle Opere Emilia.

 

“Ringrazio il Meeting per aver dedicato un incontro nella prima giornata all’emergenza scuola – ha esordito l’assessore Patrizio Bianchi, cui Davide Poggi ha dato la parola in apertura – perché con il suono della campanella la scuola dà il ritmo della vita della comunità”. Si dà per scontata la presenza della scuola, ma basta una piccola scossa, piccola per la storia del pianeta Terra, per mettere in crisi la popolazione, il senso di appartenenza alla comunità locale. “In questo territorio è grande il senso di appartenenza al territorio e per noi è difficile staccarcene. Abbiamo pensato che per ricostruire la coesione, per dare il ‘battito della comunità’ dovevamo dare la precedenza alla ricostruzione delle scuole, dove i nostri figli potessero tornare insieme e al sicuro”.

 

Fu fissata la scadenza del 17 settembre per riaprire le scuole, sono partite subito le perizie per capire quali scuole fossero riparabili e quali no. “Siamo ripartiti – ha continuato Bianchi – e abbiamo fatto scuole per 70mila studenti in tempi brevissimi”. Questo lavoro è stato l’occasione per sperimentare una nuova pedagogia (con i ragazzi che hanno concluso l’anno scolastico in tendoni e altre sedi provvisorie) e anche nuove tecnologie costruttive con nuovi materiali e ritornando anche al legno. “E il 17 settembre le scuole hanno riaperto nel giorno della festa ebraica della ripartenza: temevamo che quel giorno ci fossero molti assenti, invece erano tutti pronti ad alzare la mano e dire ‘presente’”, ha concluso Bianchi.

 

All’intervento è seguita la proiezione di un lungo filmato della regista Claudia Tosi. Un bel video accurato e informato, ma nel quale non mancava un pizzico di promozione e autocelebrazione, giustamente comunque sottolineando che la ricostruzione non è stata un miracolo, ma opera dell’impegno della comunità.

 

Manuela Manenti, responsabile unico del Procedimento Est e Pms della Struttura Tecnica del Commissario Delegato alla Ricostruzione, come dicono le sue credenziali, ha illustrato con una grande dovizia di dati tecnici come si è proceduto nel lavoro di programmazione e di realizzazione degli edifici scolastici sia con i Prefabbricati modulari scolastici (in sigla Pms) sia gli Edifici scolastici temporanei (in sigla Est).

 

Su invito dell’ingegnere Manenti Benedetto Renzetti, funzionario del Dipartimento della Protezione civile nazionale, ha dettagliato ulteriormente le caratteristiche dei prefabbricati modulari: sicuri, completi e costruiti con una celerità inimmaginabile (quelli più piccoli 30 giorni, per permettere al cemento armato di far presa, e quelli più grandi in 45 giorni) sia pure con una deroga dai vigili del fuoco, per quanto senza rischi per la sicurezza.

 

Manuela Manenti ha ricordato poi altre caratteristiche: gli edifici scolastici hanno tutti i pannelli fotovoltaici (con un notevole risparmio per i comuni), sono antisismici e di pregio architettonico.

 

Meno ricca di dati tecnici, ma più accattivante la testimonianza di Emanuele Orsini, consigliere di FederlegnoArredo. Subito dopo il terremoto la Federazione ha deciso di ricostruire la scuola materna di Finale Emilia. Ci fu un malinteso: invece di due/tre aule il responsabile don Roberto ne chiese otto (sei di scuola materna e due di nido). Lo sforzo quindi è aumentato di molto: nuova progettazione, costi più alti, tempi più lunghi. Alla fine hanno collaborato in varie forme più di 75 imprese e la costruzione materiale è toccata a nove ditte che fino a quel momento erano concorrenti. Ne è nata una collaborazione, quasi una rete, e un’amicizia. Orsini conclude citando il logo composto sulla facciata dell’edificio usando le foto di tutti quelli che hanno lavorato alla costruzione della scuola: “Un cuore è una ricchezza che non si vende, non si compra: si dona”.

 

La conclusione è di Patrizio Bianchi: “Perché questa esperienza non vada smarrita l’abbiamo narrata in un libro, che rimette la scuola nel cuore”.

 

 

(A.B.)

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