Grandi aziende: quali opportunità per i giovani

Press Meeting

Rimini, 23 agosto 2017 – La rivalutazione del capitale umano con al centro la persona e le possibilità per i giovani di costruire il loro futuro professionale: è questo il filo conduttore che contraddistingue gli interventi dei top manager di alcuni importanti marchi aziendali, intervenuti alle 11:15 nell’incontro (Sala Illumia C3) dal titolo: “Grandi aziende: quali opportunità per i giovani”.

I relatori, che hanno dato vita ad un interessante e utile confronto, sono: Massimo Angelini, direttore PR Internal & External Communication di Wind Tre Spa; Francesco Delzio, direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing di Atlantia e Autostrade per l’Italia, nonché scrittore; Vitaliy Novikov, amministratore delegato di Coca Cola HBC Italia; Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica all’Università degli Studi di Milano. Ad introdurre i lavori, Francesco Magni, assegnista di ricerca all’Università degli Studi di Bergamo e coordinatore di redazione della rivista Nuova Secondaria.

Angelini nel suo intervento è partito da una constatazione in atto nelle grandi aziende: da un lato si assiste ad un progressivo invecchiamento del personale, dall’altro la rivoluzione digitale in pieno sviluppo trasforma i modelli di business con la necessità di introdurre nuove competenze. Come fa un grande gruppo come Wind Tre che conta oggi su oltre due milioni di utenti? «Attuando progetti che mettano al centro la persona, il capitale umano», dice Angelini. «Per fare innovazione lavoriamo in team, ci confrontiamo e ci formiamo». Tre i progetti di formazione: Wind Tre Factory, per migliorare i rapporti con i clienti; la piattaforma Business Factory, per condividere nuove idee; e ancora, l’Innovation School, il lancio di un percorso formativo in trenta scuole italiane con un premio finale per quelle più virtuose.

La grande azienda dev’essere il pensiero per un giovane che si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro. Essa, come sostiene con convinzione Delzio «è una fucina di nuovi dirigenti, consente di svolgere periodi di formazione all’estero. così si fa esperienza di competizione, ma anche di cooperazione, si fa esperienza sul campo. Lo scontro generazionale», conclude, «tra figure più mature ed i giovani è un mito da sfatare, al nostro interno c’è grande collaborazione fra vecchi e nuovi manager».

Per l’ad di Coca Cola HBC Italia, multinazionale presente nel nostro paese con quattro stabilimenti e 2000 dipendenti, «l’interesse dei giovani che si rivolgono a noi non è solo mosso dallo stipendio, che è semmai per loro al terzo posto. Ai primi due posti ci sono la mansione che possono svolgere, quindi cosa l’azienda offre, e se i valori aziendali corrispondono ai loro. Ritengo», aggiunge, «sia importante che i rapporti fra le università e le aziende si facciano più stretti: occorre più dialogo fra i due mondi, e in Italia questo non avviene abbastanza».

Lapidario l’intervento del prof. Sapelli, che strappa numerosi applausi del pubblico: «Il modello di grande azienda è in crisi. L’innovazione, un processo anarchico, non si fa in maniera vera, mentre il rapporto con i giovani è venuto meno». Cosa si può fare? «Una riforma dell’università più vicina alle grandi aziende, un cambiamento di mentalità e modelli formativi delle direzioni del personale delle grandi imprese che, oggi, curano in particolare gli aspetti gestionali del proprio capitale umano. L’incubazione di nuove start up», conclude, «va benissimo, ma chi le propone deve sapere in che maniera finanziarle ed prevederne i costi, almeno con l’adozione di strumenti minimi come un business plan».

Al termine dei lavori, tre giovani, due ragazzi ed una ragazza hanno raccontato le loro esperienze professionali con periodi di formazione all’estero, quasi un passaggio obbligato se si vuole crescere.

(G.G.)

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