Good Plan: reportage sui cristiani in Cina

Sofia Bronzetti

MESSAGGI DI PAURA E SPERANZA DALLA CINA CRISTIANA AI TEMPI DI XI JINPING

 

Rimini, 20 agosto – Luca Fiore, giornalista di Tracce, ha introdotto un nuovo appuntamento in Arena Percorsi A2, la proiezione del reportage del giornalista Fernando de Haro, Good Plan. L’autore,  non potendo essere presente fisicamente in arena, ha rilasciato un video-saluto in cui ha spiegato la propria volontà di mostrare la condizione dei cristiani in Cina oggi. «Ora è il grande impero, tutti ne parlano perché è in lotta contro gli USA e perché ha un grande potere economico» ha raccontato De Haro, «ma pochi parlano dei cristiani, aspetto invece molto importante».

Fiore ha ricordato che i cristiani sono una minoranza «in mezzo a un impero chiuso, nazionalista, consumista». Eppure c’è una grande sete di significato in Cina e chi trova il cristianesimo è entusiasta. Il documentario, secondo Fiore, ha mostrato «il valore della fede in mezzo a un grande potere in mondo non libero».

Esso è stato girato nel marzo 2012, in un momento cruciale per la cristianità cinese, ossia all’epoca dell’accordo tra Vaticano e Cina per ottenere la libera nomina dei vescovi da parte della chiesa cattolica. Inizialmente si ripercorre la storia del cristianesimo cinese, a partire dal suo inizio nel V secolo, quando il gesuita Matteo Ricci iniziò la sua opera di evangelizzazione. Poi ci si sofferma sul peggioramento delle condizioni dei cristiani all’epoca della Rivoluzione Culturale di Mao Zedong, con la chiusura forzata delle chiese, le torture e l’internamento nei campi di lavorazione. In seguito l’attualità: la Cina cristiana di oggi conta circa 100 milioni di fedeli, in maggioranza protestanti. Essi costituiscono l’8 per cento della popolazione ed è un numero in crescita. De Haro si è mostrato nel suo stesso reportage, alle prese con diversi tentativi di intervistare i cristiani cinesi. Ma sono pochi quelli che accettano di parlare. Parlare della fede in Cina è un vero e proprio atto di coraggio, una sfida alla propria libertà. Lo stato cinese infatti sta facendo di tutto per impedire il fiorire di una chiesa indipendente, libera, slegata dal partito. Gli intervistati non rispondono quando gli si chiede se hanno mai avuto notizie dei numerosi vescovi arrestati.

Il documentario mostra alcuni luoghi significativi legati al cristianesimo cinese, come il santuario di Seshan, dove i gesuiti giunsero nel 1884 oggi luogo di culto e teatro di pellegrinaggi. E ancora Wenzhou, conosciuta in tutta la Cina come la città dei cristiani. Qui gli imprenditori locali hanno finanziato la costruzione di chiese, ma a partire dal 2014 il governo ha iniziato una campagna per demolirle.

Xi Jin Ping, il segretario generale del Partito Comunista Cinese, si proclama come il nuovo Mao della Cina, l’imperatore. Da sistema comunista la Cina è diventata un sistema capitalista, ma controllato dal regime comunista. In poche parole, da adorare Mao si è passati ad adorare i soldi. Al di là della libertà economica e sociale, il paese sembra essere regredito poiché non esiste alcuna libertà politica. De Haro ha mostrato chiaramente il controllo sempre più massiccio del Partito sulla religione attraverso il processo di sinizzazione. Per questo in Cina esistono due chiese: una chiesa nazionale, sotto il controllo dell’Associazione Patriottica, creata da Mao per guidare la chiesa cattolica, che vuole una chiesa dipendente dal partito; e la chiesa cattolica, che fa riferimento al Vaticano e che lotta per difendere i principi di autonomia e autogestione.

Tuttavia il documentario lascia alcuni segni di speranza: tra gli intervistati, alcuni giovani raccontano con serenità la loro conversione e la loro libera adesione alla chiesa. Del resto, come afferma un ex professore universitario cinese, «la Bibbia è chiara. Dio pensa in modo diverso dagli uomini. Qualsiasi cosa accada in Cina, tutto è sotto il controllo di Dio e tutto fa parte del suo piano salvifico».

 

(F.M.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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