Frontiere sociali: emergenza cultura

Press Meeting

Nello spazio C1 del padiglione della Compagnia delle Opere si è tenuto alle 14.00 un incontro sull’emergenza cultura e sullo sviluppo sostenibile a cui hanno partecipato Raffaello de Ruggeri, presidente Fondazione Zétema, Letizia Bardazzi, presidente Associazione centri culturali italiani, Paola Marchegiani, responsabile programmazione settore cultura Regione Marche, Marco Ratti, di Banca Prossima che fungeva da moderatore.
Il moderatore ha introdotto l’argomento fotografando la situazione attuale che vede una diminuzione spaventosa dei contributi pubblici per la cultura con cui gli operatori dovranno abituarsi a convivere. “Tuttavia – ha continuato Ratti – viviamo in un paese che non può fare a meno della cultura, considerato il suo immenso patrimonio. Questo vuol dire che le organizzazioni culturali devono darsi una dimensione più imprenditoriale e devono imparare ad interfacciarsi con gli operatori bancari specializzati per ottenere finanziamenti per le loro attività”.
Raffaello de Ruggeri ha raccontato la sua passione per la città di Matera, città dove vive e che è diventata la sua passione sociale e civile. De Ruggeri ha costituito insieme ad altri la fondazione Zétema che vuole valorizzare l’immenso patrimonio rupestre della città. “Sono state censite 156 chiese e 41 cenobi rupestri e abbiamo creato Musma (Museo della Scultura Contemporanea) senza soldi pubblici, spendendo solo 900mila euro per la sua realizzazione all’interno del Rione dei Sassi rispetto ai 16 milioni di euro di costo di gestione del Museo Madre di Napoli”. Il recupero fatto su una chiesa rupestre – ha spiegato il relatore – è diventato un protocollo di intervento che può essere utilizzato anche in altre occasioni. Così persone e soggetti che hanno passione per il proprio territorio creano un bene per tutti.
“Se una persona ha la consapevolezza – ha continuato de Ruggeri – di chi è e della sua storia, allora nasce la cultura. Questa consapevolezza fa nascere la creatività e la capacità di creare grandi progetti che con pazienza prenderanno vita”.
Paola Marchegiani ha trattato del giusto rapporto fra pubblico e privato sostenendo che la diminuzione delle risorse “ci costringe a scegliere cosa finanziare e cosa non finanziare”, per cui occorre trovare nuovi criteri secondo il principio di sussidiarietà. Secondo la dirigente della Regione Marche le associazioni culturali devono imparare a rendicontare le loro iniziative non solo in termini economici ma anche sociali. “Dobbiamo in altri termini – ha continuato Marchegiani – capire che impatto hanno sulla realtà e sulle persone le iniziative che si mettono in campo per poter scegliere quali valorizzare”.
Letizia Bardazzi si è posta la domanda di chi faccia veramente cultura. La presidente Aic la individua in gruppi di persone legate da amicizia che cominciano a realizzare eventi culturali nella propria realtà e diventano luoghi di cambiamento per sé e per gli altri. Si tratta di esperienze popolari molto vivaci che vanno accompagnate e messe in rete per far conoscere a tutti le iniziative che propongono.

(A.S.)

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