Dalla terra dei motori al futuro della terra

Redazione Web

Rimini, 21 agosto 2021 – L’Emilia Romagna è da sempre la terra delle due e quattro ruote ed il suo distretto produttivo vanta la presenza di eccellenze mondiali come Dallara, Ducati, Ferrari e Lamborghini: quale è il suo segreto? Ne hanno parlato: Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna; Andrea Pontremoli, amministratore delegato Dallara; Alessandra Zinno, direttore generale Autodromo Nazionale Monza SIAS SpA. Ha introdotto l’incontro Emmanuele Forlani, direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, ricordando che, avendo vissuto tanti anni a Monza è appassionato del tema, ed ha chiesto agli ospiti di raccontarci questa capacità di innovazione e coraggio rappresentata dalle loro aziende.

Zinno ha affermato che l’Autodromo di Monza è un’istituzione nazionale che rappresenta il valore del coraggio dell’io del pilota e il noi del team che lavora per lui, ma ha avuto anche la capacità di realizzare eventi sportivi in anni difficili come questi. È un laboratorio di innovazione: ha lanciato, pochi giorni fa, il marketplace degli NFT, ossia i certificati di proprietà digitale, per la loro commercializzazione. «L’autodromo», ha spiegato Zinno, «vuole dare voce e possibilità professionali ai giovani e alle competenze per innovare e sperimentare nuove strade facendo accordi con le Università italiane. Esso sta cercando di conciliare la sostenibilità ambientale attraverso la piantumazione di alberi che compensino l’anidride carbonica emessa. Inoltre sta sviluppando un’offerta ampia per coinvolgere le famiglie a trascorrere del tempo all’interno delle sue strutture anche attraverso i kartodromi che permettono di avvicinare le giovani generazioni».

Pontremoli ha sostenuto che la sua regione ha un vantaggio, quello della socialità che ha portato alla logica della cooperazione, spesso nata nei bar di paese. Un’azienda non può essere competitiva se il territorio non è competitivo, serve sinergia fra tutti i soggetti coinvolti: scuola e formazione, istituzioni e imprese. «Il nostro ambito», ha affermato, «è l’automotive sia sportivo che stradale, il quale è riconosciuto in tutto il mondo come polo di innovazione. Esso ha due direttrici: uno della mobilità per tutti e uno di nicchia, dove la macchina tende ad esprimere la personalità del cliente e quindi comunica passione ed adrenalina. La ricerca continua della prestazione e dell’innovazione sono utilizzabili anche in altri ambiti».

«La Dallara», ha proseguito Pontremoli, «è specializzata in tre segmenti: leggerezza attraverso l’utilizzo della fibra di carbonio, perché una macchina che pesa di meno è più ecologica; aereodinamica, perché solo studiando la forma si possono ridurre i consumi del 30%; il simulatore di guida, perché attraverso questo strumento virtuale si capisce quale tipo di innovazione posso portare nella realtà. L’open innovation», dunque, «significa che occorre essere aperti, in quanto bisogna partire dal presupposto che la tecnologia esiste. Allora», ha concluso il relatore, «la domanda da porre è: che cosa voglio fare? Si parla di auto a guida autonoma, che sarà il futuro della mobilità ed è già stata realizzata per portare le persone. Ora abbiamo lanciato un’altra sfida, quella di fare un’auto da corsa senza autista che viaggi a 300 km all’ora e l’abbiamo chiesto ai giovani delle Università di tutto il mondo. La prima gara virtuale è stata vinta dal Politecnico di Milano e adesso le Università costruiranno macchine vere, che verranno testate il 23 ottobre a Indianapolis.  L’automotive del nostro territorio ha questa caratteristica, che dormiamo in letti diversi con lo stesso sogno».

Bonaccini ha ricordato che questa terra nel 1946 era fra le regioni più povere del paese. Quello che è diventata lo si deve ai nonni, padri e madri che hanno costruito manifatture e settori che fanno gola al mondo: «Oggi è la regione che cresce di più nel Paese negli ultimi sette anni e che cresce di più per export pro capite anche rispetto alla Lombardia e al Veneto.  Nel campo biomedicale ha il secondo settore più importante nel mondo, nel campo dell’agro-alimentare ha il più alto numero Igp e Dop in Europa, con tre miliardi di fatturato, nella ceramica il 92% dell’intera produzione italiana. La meccanica, la meccatronica e i motori valgono 50 miliardi di euro di esportazioni all’anno e non ci sono solo i grandi marchi ma 16500 imprese che danno lavoro a 90mila persone, imprese che hanno un costo del lavoro più alto, ma che sulla qualità del prodotto e dei progetti sono imbattibili».
«La regione», ha aggiunto il presidente, «ha sfruttato le potenzialità turistiche, dopo l’Export di Milano, vendendo pacchetti turistici sul brand di Motor Valley che prevedono oltre le gare automobilistiche e di moto, i musei e le altre bellezze, anche visite dentro le fabbriche per osservare coloro che progettano e assemblano. La Regione ha messo insieme quattro Università del territorio e i maggiori marchi dell’automotive per costituire la Motor Vheicle University of Emilia Romagna, con sei corsi di laurea biennali in inglese, e ha chiesto a Pontremoli di guidare questa istituzione di alta formazione per chi vuole specializzarsi nel campo».

«Inoltre», ha illustrato Bonaccini, «la Regione è attrattiva anche per le multinazionali straniere: la join venture creata dalla più grande fabbrica cinese con una americana di progettazione investirà in Emilia Romagna un miliardo di euro entro il 2023 per realizzare la prima super car di lusso interamente elettrica. Dopo la Brexit il centro meteo europeo è stato portato a Bologna e arriveranno 1500 ricercatori da tutta Europa. Inoltre arriverà a breve uno dei primi dieci super computer di calcolo per il trasferimento dei big data alle imprese e ai centri di ricerca. L’Emilia Romagna offrirà l’83% di potenzialità di calcolo all’Italia e il 21% all’Europa, diventando un attore competitivo fra Stati Uniti e Cina».
Il presidente della Regione ha quindi terminato il suo intervento sottolineando che «accanto alla condivisione con tutte le componenti della società oggi conta anche la velocità delle decisioni in chi ha responsabilità, per non perdere le occasioni che la storia offre ai territori».
(A.S.)

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