Conferenza stampa delle ore 16

Press Meeting

Tre protagonisti della tavola rotonda delle ore 17, sul tema “Persona, politica e giustizia nei grandi discorsi di Benedetto XVI”, sono intervenuti alla conferenza stampa delle 16, anticipando alcuni temi del loro intervento nel grande Auditorium D5. È stato anche esplicitato il legame tra l’incontro delle 17 e il volume “La legge di re Salomone. Ragione e diritto nei discorsi di Benedetto XVI”, recentemente pubblicato da BUR Rizzoli (a cura di Marta Cartabia e Andrea Simoncini, con prefazione di Giorgio Napolitano).

 

“Il testo – ha esordito Andrea Simoncini, docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, “è nato praticamente qui al Meeting, da un dialogo tra alcuni relatori. È sorto così il progetto di raccogliere cinque discorsi famosi di Benedetto XVI (all’Università di Regensburg, all’Assemblea delle Nazioni Unite, al Collège des Bernardins, alla Westminster Hall e al Reichstag di Berlino), insieme al commento di autorevolissimi studiosi di diversa appartenenza religiosa”. I risultati sono giudicati eccezionali da Simoncini: “Quasi tutti gli studiosi intervenuti ritengono che sia uno stereotipo la percezione diffusa che si ha della Chiesa quando interviene sui nostri temi”. Insomma, come si può vedere leggendo i discorsi di papa Benedetto, la Chiesa “non interviene a gamba tesa o in maniera scorretta”, pretendendo qualcosa in base al principio di autorità; “la Chiesa fa appello essenzialmente a ‘ragione’ e ‘natura’, nella loro correlazione”. Ed è un messaggio di straordinaria attualità nel contesto attuale di crisi profonda degli ordinamenti democratici.

 

Quest’ultima affermazione è stata ribadita da Paolo Carozza, professore di Legge e direttore dell’Istituto Kellogg di studi internazionali all’Università di Notre Dame (Indiana, Usa). “Non ho contribuito al libro citato – ha detto Carozza – ma la sua lettura mi ha appassionato”: sia per la raccolta dei cinque discorsi di Benedetto XVI, sia per il contributo dei diversi studiosi. Quindi ha confermato: “Gli interventi del papa non propongono un ‘discorso astratto’, ma una risposta a un problema attuale. Anche la democrazia americana è incapace di rispondere alle domande della gente”. Tra i meriti dei discorsi di Benedetto XVI, il relatore ha indicato anche il seguente: aver mostrato il fondamento del pluralismo. “È un altro stereotipo quello di pensare che il pluralismo, nella società, sia difeso dal pensiero laico. Gli Stati Uniti, ad esempio, tendono all’omologazione, mentre le riflessioni del papa favoriscono la diversità”.

 

Joseph H.H. Weiler, autore di uno degli interventi del volume, ha sottolineato che “i discorsi di Benedetto XVI sono veri atti di coraggio”. Ad esempio, quando il papa parla di libertà religiosa, “comprende anche la libertà di dire di no alla religione”; così è un atto di coraggio, la distinzione, fatta in maniera delicata tra cristiani, da una parte, ebrei e musulmani, dall’altra: “In Israele, ad esempio, non c’è matrimonio civile. Noi, dice il papa, non accettiamo una società in cui l’ateo non può rimanere tale, senza subire pressioni religiose”. Il professore della New York University ha sottolineato anche un terzo atto di coraggio: “Il papa dice al proprio gregge, ai cristiani: entrate nel dibattito pubblico, dove dovete vincere a livello di ragione. Ma entrare nell’agone pubblico – commenta Weiler – comporta anche la possibilità di perdere”.

 

 

(V.C.)

Scarica