Amicizie inesauribili. Dorothy Day e l’amicizia sociale

Redazione Web

Amicizie inesauribili. Dorothy Day e l’amicizia sociale

Una vita tra i poveri per portare giustizia e diritti

Rimini, 20 agosto 2023 – La vita di Dorthy Day é un romanzo: nata alla fine del 1800, dopo una gioventù segnata dalla ribellione, all’età di 30 anni si converte al cattolicesimo, iniziando un’intensa attività sociale in difesa dei poveri e dei lavoratori. Nel marzo del 2000 viene aperta la causa di canonizzazione.

Per riscoprire questa figura moderna della Chiesa cattolica degli Stati Uniti, sono stati invitati: Simona Beretta, direttrice del Centro di Ateneo per la Dottrina Sociale della Chiesa e direttrice responsabile della rivista Dizionario di dottrina sociale della Chiesa, Università Cattolica del Sacro Cuore; Robert Ellsberg, collaboratore e curatore dell’autobiografia di Dorothy Day “Ho trovato Dio attraverso i suoi poveri” (ed. Lev); Giulia Galeotti, giornalista, autrice di “Siamo una rivoluzione. Vita di Dorothy Day” (ed. Jaca Book). Modera Francesco Magni, ricercatore di Pedagogia Generale e Sociale all’Università degli Studi di Bergamo.

Magni, nell’introdurre, segnala che «papa Francesco nel 2015 ha citato al congresso americano Dorothy Day come figura emblematica, che aiuta a guardare alla realtà in un modo nuovo». Giornalista e scrittrice cattolica, «affronta nella prima parte della sua vita le sfide moderne dell’aborto, della separazione e della fatica di crescere una figlia da sola». Ricorda poi che «il Pontefice, nella prefazione al libro “Ho trovato Dio attraverso i suoi poveri. Dall’ateismo alla fede: il mio cammino interiore” cita tre elementi caratteristici di questa figura in odore di santità: una grande inquietudine, l’obbedienza alla Chiesa e la dedizione ai più poveri».

Galeotti ripercorre i passaggi della vita ricca e impegnata di Dorothy Day: «A nove anni vive il terremoto di San Francisco, rimane colpita dall’aiuto che si danno le persone, chiedendosi perché questa non possa diventare un aiuto stabile e per tutti». Nel 1933 fonda il Catholic Worker Movement e la rivista “Catholic Worker” e come giornalista sostiene che «l’informazione debba essere accessibile a tutti: il suo giornale costa un centesimo». Galeotti sottolinea tra i temi cari a Dorothy Day «la nozione ampia di povertà, materiale ma anche valoriale, e l’impegno per la  pace, poiché non uccidere è un valore assoluto. Si occuperà anche di lavoro, razzismo, antisemitismo».

Ellsberg, che ha personalmente conosciuto Dorothy Day ricoprendo il ruolo di direttore capo della sua rivista, racconta di un incontro che gli ha cambiato la vita, una grande americana, che potrebbe diventare santa, «con una vita non certo tipica per un santo, ma con un fortissimo senso della trascendenza. La Chiesa appariva agli occhi di Dorothy Day amica dei ricchi e lontana dagli oppressi e si chiedeva dove fossero i santi che volevano cambiare il mondo». A queste contraddizioni la serva di Dio «risponde con la sua stessa vita: in lei pratica della carità e lotta per la giustizia e l’uguaglianza sono unite. L’incarnazione, Dio che si fa uomo, Cristo presente nel povero che incontriamo, sono la risposta». Ellberg ricorda che Santa Teresa di Lisieux era la sua santa preferita, poiché «il suo cammino era la piccola via, le piccole azioni quotidiane. L’amore e la comunità sono le due parole chiave del metodo sociale di Dorothy Day».

Beretta sottolinea che «la vita di Dorothy Day è una narrazione che dura nel tempo» e che lei stessa ha avuto modo di incontrare nel 2016 una comunità del Catholic Worker Movement. Nel pensiero di Dorothy Day  «la fede senza le opere è morta e c’è bisogno di un continuo immischiarsi nelle vicende del mondo a partire dai più emarginati: Dorothy Day è riuscita a incarnare la dottrina sociale della Chiesa cattolica». Nel maggio del 1933 scriveva nell’editoriale della sua rivista che il giornale era per gli emarginati, «per far sapere loro che la Chiesa ha un programma sociale: era ora che ci fosse un giornale per i disoccupati!». Il metodo di Dorothy Day è consistito nel rendere i poveri protagonisti: «Se non si può sradicare le disuguaglianze, dobbiamo almeno arginarle».

Concludendo, Magni ricorda che Il ciclo degli incontri “Amicizie inesauribili” proseguirà nei prossimi giorni e consentirà di incontrare figure eccezionali che, illuminate dalla scoperta della fede, hanno costruito qualcosa di buono per sé e per gli altri, generando una amicizia sociale che è uno spettacolo.

(G.P.)

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