Rimini, 23 agosto 2015 – “L’annuncio a Maria” di Paul Claudel, un’anomalia nel teatro europeo del Novecento, in scena per il Meeting lunedì 24 agosto alle 21.45 all’Arena Frecciarossa, nella traduzione e adattamento di Fabrizio Sinisi, con la regia di Paolo Bignamini. Protagonisti: Ksenija Martinovic, Federica D’Angelo, Matteo Bonanni, Paola Romanò.
Un testo di grandissima concentrazione poetica, ambientato in un medioevo storicamente preciso e nel contempo indefinito. Un medioevo dove regna una confusione in cui si rispecchia tutto il nostro presente: la crisi dell’economia, il disfacimento della società, la disgregazione delle evidenze anche più elementari. In questo orizzonte così lontano nel tempo eppure così vicino nei fatti, si svolge la vicenda dura, straordinaria e dolorosa di una famiglia: Anne Vercors, padre di famiglia, che sente su di sé il compito e quasi la responsabilità della propria felicità, la moglie Beth, le due figlie Violaine e Mara, due personalità opposte eppure complementari, due posizioni diverse rispetto alla realtà delle cose, della vita – due risposte alla stessa domanda: “A che vale la vita, se non per essere data?”. E ancora: il giovane Jacques, amato da entrambe, emblema del lavoratore; e Pierre di Craon, il costruttore di cattedrali: il genio santo e peccatore, paradigma dell’amore assoluto, di quel distacco che solo permette di vedere.
Un mistero già a partire dal titolo, che non sembra avere riferimenti espliciti all’interno del testo. Titolo, invece, che si spiega nelle dinamiche fondamentali dell’opera. Tutti i personaggi di questo dramma, infatti, s’imbattono in uno “scandalo”, in un fatto imprevisto e decisivo, rispetto al quale sono chiamati a dare una risposta – a prendere inesorabilmente posizione. Anne, che davanti al disfacimento del proprio popolo, decide di partire per Gerusalemme; sua moglie Beth, che pur non capendo sino in fondo, per amore, acconsente alla sua partenza; Violaine, che scopre su di sé una terribile malattia, e Jacques, suo promesso sposo, che viene a saperlo; Mara nel suo dolore, e Pierre nel suo sacrificio.
Tutti vengono interpellati da qualcosa che ne stana l’essere più profondo, e li fa emergere come libertà. “L’annuncio” del titolo è questo bussare del mistero alla porta della persona: ciò che accade nell’uomo quando l’essere gli domanda di sé, gli chiede la vita. Si può dire che L’annuncio a Maria sia in questo una tra le figurazioni più evidenti della grandezza e del mistero della libertà: si mette in scena il rapporto drammatico fra l’uomo e il suo destino. Ed è – qui come altrove – un rapporto storico, che si gioca nel qui e ora.
(M.T.)