155. Invito alla lettura: i segreti di Karol Wojtyla

Press Meeting

Camillo Fornasieri, presidente del Centro culturale di Milano, introducendo Antonio Socci autore del libro “I segreti di Karol Wojtyla”, ha sottolineato l’importanza del papato di Giovanni Paolo II che ha guidato la Chiesa in un periodo estremamente delicato ma conquistando il mondo con la sua presenza. Un versante meno noto di quel Papa è l’aspetto mistico che solo ora, con la procedura di beatificazione in atto, sta venendo alla luce. L’esperienze mistiche, oltre tutto, ebbero inizio ben presto, nel 1946. è evidente quindi l’importanza rivestita dal lato mistico di Wojtyla, dal suo rapporto personale con Cristo attraverso la preghiera.
Socci ha esordito dicendo che Papa Wojtyla ha rappresentato per lui una figura di valenza paterna, giunto a colmare quasi un vuoto preesistente. Al proposito ha ricordato il messaggio che don Giussani inviò al cardinale Benelli, allora sostituto alla Segreteria di stato vaticana, chiedendo aiuto e conforto per gli aderenti a Comunione e liberazione sottoposti a pesanti attacchi, anche fisici, da esponenti extraparlamentari di sinistra e di incomprensioni nel mondo ecclesiali. “Per me – aggiunge Socci – la risposta a quella richiesta di aiuto arrivò nell’ottobre di due anni dopo con la salita al soglio pontificio di Karol Wojtyla”. Un Papa che, accolto con diffidenza e giudicato conservatore, nell’arco del pontificato conquistò il cuore di tutti, anche coloro che gli erano nemici.
Socci riporta, tra le altre testimonianze, quando rivelato dal cardinale Andrej Deskur, amico e compagno di seminario del futuro papa. Secondo il cardinale, costretto a vivere in carrozzella da oltre quarant’anni, Wojtyla comunicava con la Madonna mentre pregava e riceveva da lei rivelazioni, e questo fino alla fine della sua vita.
Un altro aspetto toccato dal giornalista senese è l’esperienza poetica di Wojtyla, che si intreccia con la sua mistica, come dimostra, tra l’altro, una lunga poesia letta da Socci scritta dal futuro Papa quando viveva da semiclandestino nel 1944, perché il seminario era stato chiuso.
“Wojtyla ci ha testimoniato che l’esperienza cristiana è il modo più vero di essere uomini e ci spalanca alla piena umanità” è la conclusione di Socci.

(G.B.)
Rimini, 28 agosto 2009