Alessandro D’Alatri, il regista che ci insegnò a guardare da vicino

Maggio 2023
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Al Meeting di Rimini Alessandro d’Alatri è sempre venuto senza difese, raccontandosi in prima persona, come regista, sceneggiatore e attore, ma prima ancora come uomo capace di una curiosità e un’attenzione profonda ai propri simili e al mondo.

Alessandro D’Alatri, il regista e l’uomo

Eccolo ad esempio in un video (di qualità non eccellente purtroppo) del 2010, sul tema “Il cinema e i suoi protagonisti” con Christopher Newman, sound engineer, e il coordinamento di Massimo Bernardini. «Nel mio lavoro», racconta «in tutti i settori, dalla pubblicità, al cinema, al teatro, sono sempre, perennemente affascinato dai comportamenti. Credo che chi fa il mio lavoro, in qualche modo, se non ha la curiosità e la fascinazione di vedere, di registrare, di percepire le cose che succedono intorno, non possa farlo. Io sono affascinato dal mondo, dagli esseri umani, dalle cose che ci circondano».

D’Alatri e l’incontro con Cristo

Con la stessa immediatezza, raccontò anche il suo incontro con la figura umana di Cristo. «Perché comunque ne parliamo tanto, è un personaggio fondante della nostra storia. Da quando siamo bambini, voglio dire: si costruisce il presepio, c’è tutta una serie di attività intorno a questo, c’è una fantasia attorno a questo, che molto spesso rimane lì, perlomeno a me era successo questo. Mi ero definito sempre un “cattolico distratto” e avevo deciso di affrontare questa distrazione. Avvicinarsi a Gesù significa cercare di conoscerlo. E quando mi sono avvicinato a lui, ho detto: “Porca miseria, ma questi libri mi dicono soltanto una cosa: raccontano i tre decimi della sua vita, anzi, un decimo della vita. I nove decimi non sono raccontati”. C’era quel periodo oscuro su cui nessuno mi sapeva dire niente. Quando io so che c’è qualcosa di oscuro, che non si può sapere, è il momento del periscopio, voglio andare a vedere. E quindi ho fatto questa esperienza straordinaria, ho passato quattro anni in mezzo alle Scritture».

«Ma come, D’Alatri si occupa di Gesù?»

Anche con la storicità dell’evento cristiano, quindi, lo stesso atteggiamento, la voglia di andare a vedere da vicino, anche se ciò può costare caro. «Mi ricordo che Padre Enzo Bianchi», disse in quell’occasione, «della comunità di Bose, una persona straordinaria, uno che ha applicato veramente i princìpi del Concilio, perché la comunità di Bose ha messo insieme protestanti, cattolici e ortodossi. E questo già mi sembra un miracolo straordinario. E mi disse: “Ma se stai facendo un film su Gesù, sei pronto a farti carico della croce?”. “In che senso?”. E lui: “Vedrai che la pagherai cara”. E aveva ragione. Affrontare un tema di questo tipo, mi ha portato ad avere un sacco di problemi. Dicevano tutti: “Ma come, D’Alatri si occupa di Gesù? Ma che c’entra D’Alatri con Gesù?”. Siccome io sono una persona senza pregiudizi, questa cosa l’ho affrontata con grande serenità, con grande gioia. Enzo Bianchi mi disse: “Perderai molti contatti, molti amici, ma ne guadagnerai molti di più nel tempo”. Aveva ragione. Perché ho avuto delle difficoltà, i primi anni, ma adesso, solo l’affetto che in questi giorni ho ricevuto qui al Meeting e che continuamente in questi anni riesco ad avere, dialogando con le realtà di chi si misura invece con queste domande, con chi vuole in qualche modo toccare quel Mistero, credo mi faccia dire che ne è valsa la pena. Poi, non so se il lavoro è stato buono o no, però a qualcosa è servito».

Ora che ci ha lasciato, a 68 anni per una grave malattia, dobbiamo ringraziare Alessandro D’Alatri, per la sua amicizia con il Meeting (fu anche presidente di giuria al Meeting Film Festival nel 2010) e per averci insegnato a guardare il mondo da vicino.

Le partecipazioni al Meeting di Alessandro D’Alatri

2010 - MEETING RIMINI FILM FESTIVAL
2010 - IL CINEMA E I SUOI PROTAGONISTI
2003 - Amore è dire all’altro: tu non morrai